La telefonata, apparentemente un gesto di cortesia, si è rivelata un nodo cruciale nell’intricata vicenda che coinvolge Marcell Jacobs, l’idolo dell’atletica italiana, campione olimpico e mondiale.
Il pm di Milano, nel tentativo di ricostruire la dinamica del presunto spionaggio industriale che ha colpito il velocista e il suo team, ha contattato Jacobs per ottenere chiarimenti su una possibile interazione con Filippo Tortu, compagno di squadra nella 4×100.
La questione ruota attorno alla sensibile questione della fiducia reciproca all’interno del gruppo, messa a dura prova dalle accuse di acquisizione illecita di informazioni riservate.
Jacobs, evitando qualsiasi accenno a scuse o recriminazioni, ha risposto con garbo, assicurando al magistrato di non covare alcun risentimento nei confronti di Tortu.
Questa puntualizzazione assume un significato particolare nel contesto dell’inchiesta Equalize, che indaga su presunte pratiche di intelligence illegale perpetrate a danno del team di Jacobs.
Giacomo Tortu, fratello del velocista, figura come indagato in questa complessa indagine.
L’episodio telefonico, trascritto negli atti processuali dell’11 giugno, non solo illustra la volontà di Jacobs di mantenere una parvenza di compostezza e professionalità di fronte all’accusa, ma solleva anche interrogativi più ampi.
La telefonata rappresenta un tassello fondamentale per comprendere le relazioni interne al gruppo di velocisti, le potenziali fratture e le dinamiche di potere che potrebbero aver contribuito alla situazione attuale.
Il caso Equalize non si limita a un mero episodio di spionaggio industriale; si configura come una profonda riflessione sulla natura della competizione nell’elite sportiva, sui confini etici che separano la ricerca del vantaggio competitivo dalla violazione della proprietà intellettuale.
La vicenda Jacobs-Tortu, dunque, si erge a simbolo di una crisi più ampia, che coinvolge valori, responsabilità e il delicato equilibrio tra successo e integrità nello sport moderno.
L’inchiesta mira a fare luce non solo sui responsabili materiali delle presunte azioni illecite, ma anche a svelare le motivazioni sottostanti, le pressioni e le aspettative che possono spingere atleti e team a compiere scelte discutibili.