sabato 2 Agosto 2025
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Milano

Laboratorio di droga smantellato: tre albanesi arrestati.

Un’operazione congiunta tra la Procura della Repubblica di Piacenza e le Squadre Mobili di Milano e Piacenza ha portato alla luce un sofisticato laboratorio di lavorazione di sostanze stupefacenti, svelando una ramificazione del traffico di droga che mirava a massimizzare il profitto attraverso la diluizione della cocaina.
L’attività investigativa, protrattasi nel tempo e condotta con tecniche investigative avanzate, ha portato all’arresto di tre individui di origine albanese, rispettivamente di 37, 38 e 39 anni, accusati di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

L’indagine, nata da una serie di anomalie comportamentali e movimenti sospetti localizzati in prossimità di una cascina situata lungo la via Emilia nel comune di Pontenure, ha permesso di ricostruire un sistema organizzato volto a “tagliare” la cocaina, ovvero a diluirla con sostanze inerti per aumentarne il volume e quindi il potenziale guadagno economico.

Questa pratica, oltre a essere un reato grave, espone i consumatori a rischi per la salute derivanti dall’assunzione di sostanze di composizione e purezza incerte.
Il blitz, eseguito martedì scorso, ha permesso di cogliere in flagranza i tre individui intenti nelle operazioni di lavorazione.

Gli investigatori hanno osservato come i soggetti, a bordo di veicoli diversi, si recassero periodicamente presso la cascina, dove, attraverso l’utilizzo di acidi e polveri, procedevano a miscelare la cocaina pura con altre sostanze.

L’attività illecita prevedeva anche una successiva distribuzione della droga a terzi, come confermato da una consegna avvenuta nelle immediate vicinanze del casale.
Il sequestro del laboratorio ha portato alla confisca di quasi due chili di cocaina, un chilo di sostanze utilizzate per la diluizione, detersivi industriali, un forno elettrico presumibilmente impiegato per la neutralizzazione di residui chimici, bilancini di precisione per la pesatura accurata delle dosi, e la somma di quasi 4.000 euro, presunto provento dell’attività illecita.
L’operazione evidenzia come l’organizzazione criminale avesse investito in attrezzature specifiche per ottimizzare il processo di lavorazione e massimizzare i profitti derivanti dalla vendita di stupefacenti.

L’episodio rappresenta un ulteriore tassello nella lotta contro il traffico di droga e sottolinea l’importanza di una cooperazione sinergica tra le forze dell’ordine a livello provinciale e interregionale per contrastare efficacemente il fenomeno.
La Procura ha avviato ulteriori indagini per accertare l’eventuale esistenza di ulteriori complici e l’ambito geografico della rete di distribuzione.

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