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mercoledì 29 Ottobre 2025

Lacerenza e Nobile: accordo con risarcimento da un milione di euro.

L’inchiesta che ha coinvolto Davide Lacerenza e Stefania Nobile, figlia della celebre Wanna Marchi, si avvia verso la conclusione con un accordo che potrebbe comportare un significativo risarcimento danni attraverso la confisca di beni, stimato in circa un milione di euro.
La cifra include il valore di una notevole quantità di champagne e altri alcolici di pregio, unitamente a somme di denaro rinvenute sui conti bancari dei due imputati, oggetto di un precedente provvedimento di sequestro.
L’udienza odierna, presieduta dalla giudice per le indagini preliminari (GIP) Sonia Mancini, ha segnato un passo cruciale verso la ratifica dell’accordo stipulato tra la difesa, rappresentata dall’avvocato Liborio Cataliotti, e il pubblico ministero.
L’accordo prevede pene rispettivamente di 4 anni e 8 mesi per Lacerenza e di 3 anni per Nobile, con l’aggiunta della confisca dei beni sequestrati nell’ambito dell’indagine condotta dalla pm Francesca Crupi e dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza.

La valutazione precisa del valore complessivo dei beni sequestrati, superiore ai 900.000 euro secondo le stime della difesa, è un elemento chiave per determinare l’ammontare del risarcimento a favore delle parti offese.

Tuttavia, la quantificazione definitiva del valore delle bottiglie di champagne sarà possibile solo al momento della loro vendita successiva alla confisca, un processo che permetterà di accertare il loro effettivo valore di mercato.

Durante l’udienza, la GIP ha sollevato alcune perplessità in merito alla documentazione presentata, richiedendo un’integrazione con ulteriori elementi probatori volti a chiarire più compiutamente lo stile di vita e la situazione patrimoniale e reddituale di Stefania Nobile, in particolare.

Questa richiesta sottolinea la necessità di un quadro più completo per valutare la corretta applicazione della pena e la determinazione dell’ammontare della confisca.
L’inchiesta, originariamente incentrata sulla gestione della Gintoneria e del privé La Malmaison, aveva portato alla luce presunte attività illegali legate alla prostituzione e al traffico di droga, gettando una luce inquietante sulle dinamiche interne al mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento.

La revoca dei domiciliari precedentemente disposti a carico di Lacerenza e Nobile segnala un’evoluzione del procedimento giudiziario e un’attenuazione delle restrizioni imposte in precedenza, in attesa della decisione definitiva della GIP.
La vicenda solleva interrogativi complessi sulla responsabilità individuale, la gestione della ricchezza e l’impatto del denaro sulle relazioni personali e professionali.

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