L’indagine sulla tragica scomparsa di Chiara Poggi, avvenuta a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a delineare un quadro complesso e intricato, con Andrea Sempio al centro di un nuovo scrutinio da parte della Procura di Pavia.
La scelta strategica del suo legale, l’avvocato Liborio Cataliotti, di non sottoporre il suo assistito all’interrogatorio, in questa fase cruciale, emerge come una mossa calcolata, ancorata a principi procedurali ben precisi e guidata dalla necessità di comprendere appieno le intenzioni dell’accusa.
La decisione, esplicitata attraverso un articolo pubblicato su “La Provincia Pavese”, si fonda sulla salvaguardia di un diritto processuale che, nel sistema giuridico italiano, concede all’indagato la possibilità di astenersi dal rendere dichiarazioni finché non si sia delineata la prospettiva accusatoria.
Questa scelta si rivela particolarmente rilevante in un contesto investigativo caratterizzato da nuove acquisizioni di prove e da un’analisi più approfondita degli elementi già in possesso degli inquirenti.
L’avvocato Cataliotti sottolinea che l’astensione dal colloquio con i magistrati è un diritto che verrà esercitato con rigore, in attesa di una chiara esposizione delle accuse mosse.
Questa cautela è motivata dalla volontà di evitare dichiarazioni che potrebbero essere interpretate o utilizzate in modo pregiudizievole per il suo assistito, in una fase preliminare ancora caratterizzata da incertezze e da diverse possibili ricostruzioni dei fatti.
Particolare attenzione è rivolta all’impronta palmare, denominata “impronta 33”, rinvenuta sulla parete in prossimità delle scale che conducono alla cantina della villa dei Poggi.
L’impronta, elemento chiave nella ricostruzione della scena del crimine, è oggetto di un’analisi forense particolarmente complessa e sofisticata.
La difesa, in questo momento, rinuncia a richiedere una perizia specifica sull’impronta stessa, giustificando questa scelta con la necessità di attendere i risultati della nuova analisi Bpa (Blood Pattern Analysis), che si occupa dello studio delle macchie di sangue e delle loro caratteristiche.
Tale analisi è un componente essenziale dell’incidente probatorio in corso e mira a fornire elementi più precisi e dettagliati sulla presenza e sulla natura delle tracce ematiche ritrovate.
La Blood Pattern Analysis, infatti, non si limita all’identificazione del sangue, ma ne esamina la distribuzione, la direzione e la morfologia, fornendo indizi preziosi sulle dinamiche del crimine, sul tipo di arma utilizzata e sul possibile movimento della vittima e dell’aggressore.
Solo dopo aver valutato i risultati di questa indagine scientifica, la difesa si riserva la possibilità di richiedere ulteriori accertamenti peritali, al fine di contestare o confermare le conclusioni a cui sono giunti i periti della Procura.
In definitiva, la strategia difensiva adottata si configura come una mossa prudente e ponderata, volta a garantire che il diritto di difesa di Andrea Sempio sia pienamente esercitato, nel rispetto delle procedure legali e nell’attesa di una chiara articolazione delle accuse.
La comprensione approfondita delle acquisizioni scientifiche e delle dinamiche investigative si rivela fondamentale per orientare al meglio la linea difensiva e per garantire un processo equo e trasparente.




