L’irrisoluzione della questione relativa all’area di via Watteau, un nodo cruciale per il futuro del Leoncavallo, non si risolverà attraverso accordi formali e decisioni dall’alto.
Al contrario, la comunità del Leoncavallo intende riappropriarsi attivamente di tale spazio, trasformando la sua presenza in un atto di resilienza e di rivendicazione collettiva.
L’assemblea cittadina convocata per il 22 ottobre presso la sede Arci di Milano rappresenta un momento fondante, un punto di convergenza per definire un percorso condiviso che vada oltre le mere dichiarazioni d’intenti.
La vicenda non può essere liquidata come un semplice sgombero, un epilogo amministrativo.
Chi lo avesse concepito così, ha dimostrato una profonda incomprensione della dinamica sociale e culturale che anima il Leoncavallo.
L’eredità del centro sociale non si esaurisce con la perdita fisica di un luogo; essa risiede nell’accumulo di esperienze, nella rete di relazioni costruite, nell’impegno politico e creativo che ne ha animato la storia.
Questo patrimonio immateriale rifiuta la relegazione in archivi polverosi e si oppone a una cristallizzazione artificiale.
Il Leoncavallo, fin dalle sue origini, ha sempre rifiutato percorsi univoci e predefiniti nella difesa dei luoghi occupati e nella creazione di nuove realtà sociali.
La strategia non può essere vincolata a un’unica modalità: l’azione si manifesta attraverso una pluralità di approcci, dall’occupazione di spazi abbandonati, pubblici o privati, alla ricerca di donazioni, comodati o affitti, fino all’acquisizione diretta.
Questa flessibilità strategica si traduce nella necessità di una mappatura continua del territorio, un inventario dinamico di potenziali spazi occupabili.
L’obiettivo primario, l’ambizione che guida questo processo, rimane l’acquisizione dello spazio di via Watteau.
Non si tratta di una semplice rivendicazione territoriale, ma di un’affermazione di identità, un punto di riferimento imprescindibile per il movimento sociale milanese.
La riconquista di quell’area rappresenterebbe un segnale potente, un atto di sfida che supererebbe i confini locali e stimolerebbe processi di trasformazione sociale più ampi.
La visione del Leoncavallo non si limita alla semplice occupazione, ma implica una profonda rielaborazione del concetto di spazio pubblico e di proprietà, un’affermazione del diritto alla città come bene comune, accessibile e vivibile per tutti.
Il futuro del Leoncavallo si costruisce partecipando attivamente alla definizione del futuro della città stessa.