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Lombardia: Reinserimento Lavorativo in Carcere, Una Svolta Epocale

Lombardia: Un Nuovo Modello di Reinserimento Socio-Lavorativo nel Sistema PenitenziarioLa Regione Lombardia lancia un’iniziativa pionieristica per il sistema penitenziario italiano: l’apertura di sportelli dedicati all’inserimento lavorativo all’interno delle carceri.

Questa sperimentazione, focalizzata inizialmente nelle strutture di Canton Mombello, Verziano e Bergamo, rappresenta un cambio di paradigma nell’approccio alla riabilitazione e alla reintegrazione dei detenuti.

Il progetto, presentato a Brescia, è frutto di una collaborazione sinergica tra diversi attori istituzionali: la Regione Lombardia, il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP), l’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna (UIEPE) e Sviluppo Lavoro Italia, con il supporto ministeriale del Lavoro e della Giustizia.

L’obiettivo primario non è semplicemente offrire un’opportunità di lavoro, ma restituire ai detenuti un senso di dignità, autonomia e prospettiva per il futuro.

Il lavoro, in questa visione, si configura come un elemento chiave per la ricostruzione personale e per la rottura con il passato, offrendo la possibilità di acquisire competenze, costruire relazioni e sviluppare un progetto di vita post-detentiva.

La gestione degli sportelli sarà affidata ai Centri per l’Impiego (CPI), in stretta collaborazione con gli operatori penitenziari e le reti territoriali.
La Regione Lombardia assume un ruolo di coordinamento e governance, assicurando che l’iniziativa sia coerente con le politiche regionali in materia di lavoro e formazione.
Un elemento distintivo del progetto è la formazione specialistica dedicata non solo al personale carcerario e agli operatori degli UIEPE, ma anche ai professionisti dei Servizi per il Lavoro e alle reti specialistiche.
Questa formazione, strutturata in quattro moduli tematici, mira a promuovere una comprensione approfondita delle dinamiche del reinserimento lavorativo, a superare pregiudizi e stereotipi, a facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e a creare opportunità di apprendimento e di sviluppo professionale.

I moduli formativi spaziano dalla comprensione del lavoro come strumento di riscatto personale e di superamento degli stereotipi negativi, all’analisi delle procedure amministrative relative all’impiego dei detenuti, dall’identificazione delle opportunità lavorative per le imprese, alla progettazione di percorsi di istruzione e formazione professionale mirati a favorire le transizioni occupazionali.

La sperimentazione, che affonda le sue radici in esperienze già consolidate a Milano e Monza, mira a coinvolgere attivamente il tessuto produttivo lombardo, trasformando un’iniziativa pilota in una prassi consolidata e replicabile su scala regionale e nazionale.
Il successo del progetto dipenderà dalla capacità di creare partnership durature e di sviluppare modelli di business sostenibili, che garantiscano un impatto positivo sulla vita dei detenuti e sulla società nel suo complesso.

L’iniziativa si pone come un investimento nel futuro, volto a promuovere la giustizia sociale, a ridurre la recidiva e a costruire una comunità più inclusiva e coesa.

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