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mercoledì 5 Novembre 2025

Lombardia sotto accusa: Gimbe infiamma il dibattito sanitario

La recente pubblicazione della classifica Gimbe sull’efficienza dei servizi sanitari regionali ha acceso un acceso dibattito in Lombardia, con accuse reciproche e interpretazioni divergenti dei dati.
La regione, collocata in una posizione sfavorevole, si trova al centro di una tempesta politica che mette in discussione le scelte strategiche e il modello di assistenza adottato.

Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Partito Democratico, ha espresso profonda preoccupazione, definendo la Lombardia una delle regioni con le prestazioni sanitarie peggiori e sollecitando un profondo ripensamento del sistema.

Nicola De Marco, del Movimento 5 Stelle, ha lanciato un appello all’autocritica per la coalizione di centrodestra, evidenziando come i risultati siano il riflesso di scelte politiche errate.
La risposta del sottosegretario all’Autonomia, Mauro Piazza, non si è fatta attendere.
Piazza ha criticato aspramente le interpretazioni di Gimbe, Majorino e De Marco, accusandoli di manipolare e strumentalizzare dati ufficiali del Ministero della Salute, invitandoli a una lettura più attenta e contestualizzata.
Majorino ha incalzato, lanciando un monito al governo regionale: il modello lombardo, caratterizzato da una spinta alla privatizzazione, rischia di compromettere la tenuta del sistema sanitario.

Ha sottolineato l’importanza della proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da oltre 100.000 firme, che mira a una riforma radicale del servizio sanitario regionale, una riforma che la destra lombarda non può permettersi di ignorare.
Nicola De Marco ha argomentato che i dati Gimbe non sono un caso fortuito, ma la diretta conseguenza di una traiettoria politica perseguita dal centrodestra, una traiettoria che sta portando il servizio sanitario regionale verso un collasso, manifestato da tempi di attesa inaccettabili, carenza di medici di base, ospedali al limite della saturazione e un’assenza preoccupante di personale e servizi nelle case della comunità.

In risposta, Piazza ha rivendicato la capacità della Regione Lombardia di raggiungere gli obiettivi di performance stabiliti dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in tutte le aree cruciali: prevenzione, assistenza distrettuale e ospedaliera, smentendo categoricamente la presunta “perdita di 14 punti”.

La valutazione del 2023, ha aggiunto Piazza, non riflette una diminuzione così marcata; al contrario, si riscontra un mantenimento o un leggero miglioramento in alcune aree, con flessioni minime in altre.
Ha concluso ribadendo l’importanza di consultare fonti ufficiali e di evitare interpretazioni superficiali o parziali.
La complessità del sistema sanitario regionale richiede un’analisi approfondita e una comprensione delle dinamiche in gioco, al di là delle polemiche e delle strumentalizzazioni politiche.
La discussione verte, in definitiva, sulla sostenibilità del modello di assistenza e sulla necessità di garantire l’equità nell’accesso alle cure per tutti i cittadini lombardi.

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