venerdì 26 Settembre 2025
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Milano

Lombardia sotto attacco: Regione chiede emergenza nazionale.

La crescente fragilità del territorio lombardo, messa a dura prova da ondate di maltempo sempre più intense e ripetute, spinge la Regione a richiedere formalmente lo stato di emergenza nazionale.

L’istanza, indirizzata alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è un atto dovuto, necessario per sbloccare risorse e strumenti di intervento più ampi e rapidi, in risposta a una situazione di crisi che si protrae e si aggrava.

Le precipitazioni eccezionali che hanno investito la regione, in particolare tra il 9 e l’11 settembre e successivamente il 22 settembre, hanno innescato una sequenza di eventi disastrosi che vanno ben oltre la semplice emergenza locale.
L’area compresa tra Como e Lecco è stata duramente colpita da frane e smottamenti, mettendo a rischio infrastrutture vitali e abitazioni.
L’allagamento di Milano, il 22 settembre, ha paralizzato la vita della città, evidenziando la vulnerabilità del tessuto urbano di fronte a eventi meteorologici estremi.

Ma il disagio non si è limitato alle aree direttamente colpite.

Anche province come Como, Monza, Varese, Sondrio, Bergamo, Brescia, Lecco e Pavia hanno subito danni significativi, testimoniando la portata del fenomeno e la necessità di un approccio coordinato a livello nazionale.

La richiesta di emergenza nazionale non è solo una questione di finanziamenti.

Si tratta di attivare un meccanismo di coordinamento tra i diversi enti coinvolti – Stato, Regione, enti locali – per affrontare la complessità della situazione.
È fondamentale disporre di competenze specialistiche per la valutazione dei danni, la pianificazione degli interventi di ripristino e la predisposizione di misure di prevenzione del rischio idrogeologico.

Dietro questo evento, e con una frequenza sempre maggiore, si intravede una preoccupante convergenza di fattori.
I cambiamenti climatici, con l’aumento della temperatura media globale, stanno alterando i pattern meteorologici, rendendo più probabili eventi estremi come piogge torrenziali e periodi di siccità alternati.

L’urbanizzazione selvaggia e la cementificazione del territorio, che hanno ridotto la capacità di assorbimento del suolo, aggravano ulteriormente la situazione.
La manutenzione insufficiente delle infrastrutture idrauliche, come argini, canali e sistemi di drenaggio, contribuisce ad aumentare il rischio di allagamenti.
La richiesta di emergenza nazionale non può essere considerata un episodio isolato, ma deve rappresentare un campanello d’allarme.

È necessario un cambio di paradigma nell’approccio alla gestione del territorio, che metta al centro la prevenzione del rischio, la sostenibilità ambientale e la resilienza delle comunità.

Investimenti mirati nella manutenzione delle infrastrutture, nella riqualificazione urbana e nella sensibilizzazione dei cittadini sono essenziali per ridurre la vulnerabilità del territorio e proteggere le persone.
È urgente un piano strategico a lungo termine, che coinvolga tutte le parti interessate, per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e garantire un futuro sostenibile per la Lombardia e per l’intero Paese.

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