L’accusa, guidata dai magistrati Leonardo Lesti e Rosario Ferracane della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ha avanzato una richiesta di condanna a vent’anni di reclusione per Luca Lucci, figura centrale nell’universo delle tifoserie organizzate milaniste, in relazione a un’indagine complessa che ha svelato una presunta rete di traffico internazionale di stupefacenti.
L’ipotesi ricostruita dagli inquirenti descrive Lucci come uno degli artefici di un’associazione criminale che, nel periodo compreso tra giugno 2020 e marzo 2021, avrebbe orchestrato il movimento di ingenti quantitativi di sostanze illecite: tre tonnellate di hashish, 255 chilogrammi di marijuana e 53 chilogrammi di cocaina, operando su una scala transnazionale.
La richiesta di condanna è stata avanzata nell’ambito di un processo con rito abbreviato, celebrato sotto la vigilanza della giudice unica Giulia Masci, che coinvolge complessivamente ventitré imputati, ognuno gravato da accuse di varia gravità legate all’organizzazione e alla gestione del traffico illecito.
La vicenda si colloca all’interno di un quadro più ampio di indagini che hanno colpito duramente il tessuto delle tifoserie organizzate milaniste, svelando una pericolosa commistione tra violenza negli stadi, attività illecite e dinamiche criminali.
La figura di Lucci, già noto alle cronache e precedentemente arrestato nel settembre 2024 nell’ambito di un’operazione di vastissime proporzioni che ha travolto i capi ultrà e i loro collaboratori, era già stata condannata a dieci anni di reclusione e ritenuta responsabile di un tentato omicidio risalente al 2019.
L’ulteriore ordinanza di custodia cautelare, emessa a dicembre 2024, ha confermato la gravità del suo coinvolgimento, inquadrandolo come protagonista di un’attività di narcotraffico di portata internazionale.
Questa nuova accusa apre scenari complessi, sollevando interrogativi sulla capacità di alcune frangie delle tifoserie organizzate di creare vere e proprie strutture criminali, sfruttando la loro rete di contatti e la loro capacità di operare in ambienti ombra per attività illecite che vanno ben oltre la passione per il calcio, con ripercussioni sulla sicurezza pubblica e sull’ordine sociale.
L’inchiesta, in corso, mira a disarticolare completamente questa presunta organizzazione e a fare luce sulle sue dinamiche interne e sui suoi legami internazionali.








