L’ex presidente della Commissione paesaggistica comunale di Milano, Giuseppe Marinoni, ha esercitato il diritto al silenzio durante l’interrogatorio dinanzi al Giudice per le Indagini Preliminari, una scelta strategica confermata dal suo legale, l’avvocato Eugenio Bono.
La decisione, come evidenziato dall’avvocato, si concentra esclusivamente sulla valutazione delle misure cautelari disposte, con la difesa che ha presentato una memoria difensiva circoscritta a questo aspetto cruciale.
La strategia processuale delineata prevede che Marinoni si riservi di esporre la propria versione dei fatti e le argomentazioni difensive nel corso del dibattimento, l’atto processuale in cui la piena luce potrà essere gettata su tutte le circostanze.
L’inchiesta, che coinvolge anche altri soggetti, ha portato la Procura della Repubblica a formulare richieste di misure restrittive severe, inclusa l’applicazione della custodia cautelare a carico di Marinoni.
La gravità delle accuse, apparentemente legate a presunte irregolarità nell’iter di approvazione di progetti edilizi e alla gestione del patrimonio paesaggistico urbano, ha reso necessario per la difesa un approccio prudente, volto a tutelare i diritti dell’indagato e a garantire la piena libertà di difesa.
Il ruolo della Commissione paesaggistica, organo consultivo con funzioni di controllo e verifica della conformità urbanistica e paesaggistica degli interventi edilizi, è centrale nella vicenda.
La sua presidenza, per un periodo significativo, è stata ricoperta da Marinoni, il quale è ora al centro di un’indagine che mira a ricostruire eventuali dinamiche corruttive o favoritismi che avrebbero potuto compromettere l’imparzialità delle decisioni assunte.
L’esercizio del diritto al silenzio, sebbene possa suscitare interrogativi nell’opinione pubblica, è un diritto costituzionale fondamentale che consente all’indagato di evitare di autoincriminarsi o di fornire elementi che potrebbero essere utilizzati contro di lui nel processo.
La memoria difensiva depositata, seppur limitata alle questioni cautelari, rappresenta un primo segnale della strategia difensiva che si articolerà attorno alla contestazione delle accuse e alla dimostrazione dell’assenza di elementi concreti a supporto delle ipotesi accusatorie.
La vicenda solleva, inoltre, interrogativi più ampi relativi alla governance del territorio, alla trasparenza dei processi decisionali e alla necessità di rafforzare i controlli e le sanzioni in caso di abusi o irregolarità.
La Procura, nel suo lavoro di indagine, si è focalizzata sull’analisi di documenti, intercettazioni telefoniche e testimonianze, al fine di ricostruire un quadro completo delle dinamiche in gioco e di accertare eventuali responsabilità.
Il dibattimento, ora, sarà il palcoscenico in cui queste accuse dovranno essere provate al di là di ogni ragionevole dubbio, garantendo a Giuseppe Marinoni il diritto a una difesa piena e attiva.