venerdì 3 Ottobre 2025
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Milano, corteo per Gaza: tra protesta, scontri e dolore.

Il corteo per Gaza a Milano ha vissuto momenti di significativa intensità, trasformandosi in un complesso intreccio di espressione pacifica, provocazione e confronto con le forze dell’ordine.

La marcia, inizialmente caratterizzata da un clima di profonda angoscia e indignazione per la situazione umanitaria nel territorio palestinese, ha attraversato il centro città, portando con sé un’eco di dolore e un appello alla responsabilità globale.
Un gruppo di manifestanti, distinti per l’abbigliamento prevalentemente nero, ha tentato di accedere alla fermata della metropolitana di Stazione Centrale, innescando un contatto diretto con la polizia.

L’episodio, ancora in corso al momento della stesura, vede i giovani rimanere nel mezzanino, manifestando apertamente la propria frustrazione con slogan diretti agli agenti, segno di una profonda divergenza di prospettive e un senso di impotenza di fronte alla situazione.
Il percorso del corteo aveva precedentemente condotto i manifestanti a breve distanza dal consolato americano.

In questo punto, la protesta si è manifestata con grida concitate, qualificate come accuse dirette verso le politiche statunitensi, considerate responsabili, a detta dei manifestanti, per l’escalation del conflitto.
Un momento particolarmente toccante è stato osservato in piazza della Repubblica, dove una colletta di silenzio ha ceduto il passo alla diffusione, attraverso amplificazione, del suono angosciante di droni.

Questa scelta sonora, di impatto emotivo forte, ha voluto evocare visceralmente l’orrore della guerra e le sue conseguenze devastanti sulla popolazione civile di Gaza.

L’altoparlante ha esortato i presenti a interiorizzare questo suono, a portarlo con sé come monito costante nella propria coscienza, incitando a una riflessione profonda sulle implicazioni morali del conflitto.

Il rituale sonoro si è concluso con un atto simbolico di rottura e bruciatura di una bandiera statunitense, gesto provocatorio volto a denunciare, a giudizio dei manifestanti, il ruolo degli Stati Uniti nel perpetuare la crisi.

L’azione, pur di forte impatto visivo, si colloca all’interno di una più ampia strategia di protesta che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a esercitare pressione sulle istituzioni internazionali affinché intervengano per porre fine alla violenza e garantire un futuro dignitoso per il popolo palestinese.

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