Un fiume di clacson e un mare di bandiere palestinesi ha attraversato Milano sabato scorso, in un corteo spontaneo e sentito che si ripete costantemente dall’autunno 2023.
L’iniziativa, un’espressione tangibile di solidarietà verso la popolazione palestinese, ha visto la partecipazione di centinaia di persone a bordo di auto, motociclette e biciclette, trasformando la circonvallazione in un palcoscenico di protesta pacifica.
Il ritrovo, un punto focale di energia collettiva, si è concentrato in piazzale Loreto, dove decine di veicoli, ognuno un vessillo di speranza e ribellione, si sono preparati a muoversi.
I cofani e gli specchietti, trasformati in tele di messaggi politici, sfoggiavano orgogliosamente la bandiera palestinese, affiancata da quelle del movimento per la pace, di Potere al Popolo e Cambiare Rotta, simboli di un’ampia coalizione di supporto.
Gli organizzatori, membri dell’Associazione Palestinesi d’Italia (Api), hanno agito come direttori d’orchestra, coordinando il flusso del corteo e assicurando un passaggio agevole nel traffico estivo milanese.
La loro presenza dinamica, in sella a biciclette e in corsa, facilitava l’attraversamento dei semafori e manteneva l’ordine all’interno della carovana.
Le urla di “Free Palestine” risuonavano dalle finestre, amplificando il grido di speranza per un futuro di dignità e giustizia.
Il percorso del corteo non è stato solo un movimento attraverso la città, ma una serie di incontri, di momenti di condivisione e di lutto.
In diverse tappe, gruppi di persone, armate di bandiere e cartelli, attendevano con emozione il passaggio del corteo.
Uno di questi momenti, particolarmente toccante, era dedicato alla memoria di Marah Abu Zuhri, una giovane palestinese di soli 20 anni, vittima della devastante crisi umanitaria che affligge Gaza.
La sua tragica storia, arrivata in Italia in condizioni di estrema malnutrizione e spirata a Pisa, ha rappresentato un monito severo e un simbolo tangibile delle sofferenze inflitte alla popolazione civile.
L’iniziativa, oltre ad essere un gesto di solidarietà, si configura come una forma di resistenza pacifica e di pressione politica, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica italiana e internazionale sulla situazione in Palestina, richiamando l’attenzione sulle violazioni dei diritti umani e invocando un’azione concreta per porre fine al conflitto e garantire un futuro di pace e prosperità per tutti.
Il corteo, un atto di speranza in un futuro migliore, testimonia la resilienza dello spirito umano e la volontà di non dimenticare la lotta per la giustizia.