Un’azione di protesta, fortemente simbolica e carica di significato politico, si è svolta a Milano, esprimendo il crescente malcontento della comunità palestinese italiana nei confronti degli accordi militari tra Italia e Israele e auspicando una rottura netta con le politiche dello Stato di Israele. L’iniziativa, promossa dai giovani palestinesi d’Italia, mirava a un corteo pacifico da Piazza San Babila alla Prefettura, percorso scelto per veicolare direttamente le proprie istanze alle istituzioni.Tuttavia, la marcia è stata interrotta dalle autorità, che hanno imposto un blocco a Porta Venezia, generando un clima di tensione e frustrazione tra i manifestanti. La motivazione addotta dalla Questura milanese, l’impossibilità di garantire la sicurezza del corteo a causa di presunte carenze di personale, è stata percepita come pretestuosa, vista la presenza di un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine, con numerose camionette della Celere, già in loco all’arrivo dei manifestanti. L’affermazione di essere “sotto organico” è stata accolta con sconcerto e indignazione, amplificata sui social media, dove è stato espresso un forte senso di ingiustizia.La protesta, animata da un sentimento di profonda rabbia e solidarietà verso il popolo palestinese, ha visto i manifestanti sventolare bandiere palestinesi e un cartello con la scritta “Fermiamo il Sionismo con la Resistenza”. Gli organizzatori, dal camioncino utilizzato come piattaforma di comunicazione, hanno esplicitamente denunciato l’inerzia del Comune di Milano di fronte a due anni di “genocidio” a Gaza, sollecitando un intervento attivo e una presa di posizione chiara. L’atto di protesta non si è limitato alla semplice richiesta di interruzione degli accordi militari, ma ha rappresentato una condanna esplicita delle politiche israeliane e una rivendicazione di giustizia per le vittime del conflitto.Parallelamente, l’Associazione Palestinesi d’Italia, insieme al centro sociale Vittoria e ad altre realtà, si è riunita in Piazza San Babila alle ore 17:00, optando per un presidio statico in sostituzione del corteo, in considerazione delle giornate referendarie e in concomitanza con la festa del Sacrificio, un evento di profondo significato religioso per la comunità islamica. “Noi festeggiamo, ma Gaza non festeggia; Gaza si sacrifica per salvare la nostra umanità!”, hanno dichiarato gli organizzatori, sottolineando il contrasto tra le celebrazioni religiose e la tragica situazione umanitaria nel territorio palestinese. La data del 14 giugno è stata designata per un nuovo corteo, che si terrà da Piazzale Piola fino a Lambrate, mantenendo alta l’attenzione sulla questione palestinese e ribadendo il sostegno alla resistenza. L’evento riflette un crescente dissenso e una volontà di mobilitazione da parte della comunità palestinese italiana, in un contesto internazionale segnato dalla crescente preoccupazione per la situazione a Gaza e dalla necessità di un impegno politico più incisivo a favore della giustizia e dei diritti umani.
Milano, Protesta Palestinese Interrotta: Rabbia e Richieste di Giustizia
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