sabato 18 Ottobre 2025
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Milano, protesta per la Palestina: solidarietà e scontro sociale.

La città di Milano ha nuovamente visto riversarsi in strada un’ondata di indignazione e mobilitazione a sostegno del popolo palestinese, testimoniando un sentimento di solidarietà che si intensifica con il perdurare del conflitto.
La manifestazione, che ha coinvolto diverse centinaia di persone, ha espresso con forza la richiesta di una soluzione pacifica e giusta per la regione, focalizzandosi sulla necessità di un riconoscimento formale dello Stato palestinese e di un impegno concreto per la ricostruzione delle infrastrutture e della vita civile nella Striscia di Gaza, devastata dalla guerra.

La protesta, a cui hanno partecipato esponenti di associazioni palestinesi, collettivi sociali come il centro sociale Vittoria, studenti universitari e la Confederazione Unitaria di Base (Cub), ha assunto toni particolarmente accesi in seguito alla notizia, diffusa da fonti come Al Jazeera, di un tragico episodio a Zeitoun: l’uccisione di undici membri di una famiglia, presumibilmente vittime di un attacco militare israeliano, con accuse di aver violato una zona delimitata, una “linea gialla” che solleva interrogativi sulle regole di ingaggio e sulla protezione dei civili.
Il corteo, partito dalla periferia milanese in piazza Udine, si è concluso in piazza Leonardo Da Vinci, di fronte alle sedi universitarie di Architettura e Ingegneria, luogo simbolo di riflessione e progresso sociale.

Durante la marcia, a partire da una sorta di piattaforma allestita in via Teodosio, si sono succeduti interventi di attivisti e manifestanti, che hanno denunciato la gravità della situazione umanitaria a Gaza e le presunte violazioni del diritto internazionale da parte delle forze israeliane.

Walter Montagnoli, segretario nazionale della Cub, ha sottolineato l’importanza della recente tregua come blocco temporaneo di un potenziale genocidio, pur evidenziando che le azioni militari israeliane continuano a provocare vittime civili.

Ha ribadito l’urgenza di un accordo di pace duraturo che garantisca la sovranità e l’autodeterminazione del popolo palestinese, con il riconoscimento formale del suo Stato.

La mobilitazione non si limita, tuttavia, alla sola questione palestinese.

Montagnoli ha anticipato l’organizzazione di un imminente sciopero generale, che unisce la solidarietà verso il popolo palestinese con la rivendicazione di diritti fondamentali e la contestazione delle politiche governative.

L’iniziativa, che mira a coinvolgere un’ampia platea di lavoratori, si pone come obiettivo la difesa dei diritti del lavoro, la tutela della sanità pubblica, l’accesso all’istruzione e all’abitazione, e l’opposizione alla manovra finanziaria del governo Meloni, considerata da molti un attacco alle fasce più vulnerabili della popolazione.
La protesta si configura dunque come un atto di resistenza sociale, che interseca la questione palestinese con le lotte interne per la giustizia sociale e la difesa dei diritti costituzionali.

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