Milano, tra speculazione edilizia e piani di sviluppo: l’ombra degli accordi Ppp e le ambizioni di Tancredi e MarinoniL’inchiesta sull’urbanistica milanese solleva un velo di ombre su accordi e strategie che avrebbero favorito una vasta operazione di speculazione edilizia, orchestrata tra i tavoli istituzionali.
Gli atti d’indagine, a firma dei pm di Milano, delineano un quadro di presunte irregolarità che coinvolgono l’assessore Giancarlo Tancredi e il presidente della Commissione paesaggio, Marinoni, con un occhio sempre puntato sull’appoggio del sindaco Sala.
Il fulcro dell’indagine ruota attorno a una delibera di Giunta del 12 gennaio 2023, proposta da Tancredi e conferita allo studio Marinoni, specializzato in piani di sviluppo urbano – Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050 – con l’obiettivo dichiarato di definire un piano di dettaglio per ampie aree del territorio milanese e delle connessioni con l’hinterland.
Questo studio, secondo l’accusa, non sarebbe stato finalizzato a una visione strategica di sviluppo urbano, bensì a creare le premesse per una massiccia speculazione immobiliare.
Al centro delle presunte irregolarità vi è l’utilizzo di accordi di Partenariato Pubblico-Privato (Ppp), proposti da Tancredi durante incontri con investitori presso i suoi uffici, in presenza anche di Marinoni.
Questi accordi avrebbero dovuto fissare le quote di Edilizia Residenziale Sociale (Ers), apparentemente per ‘giustificare’ l’interesse pubblico degli interventi immobiliari, ma in realtà utilizzate per ‘smarcare i piani attuativi’, consentendo la realizzazione di edifici di elevata altezza, altrimenti non consentiti.
L’indagine approfondisce come la presunta strategia urbanistica si sia concretizzata nella pianificazione dettagliata di vaste aree, favorendo la creazione di un contesto favorevole a progetti immobiliari di grande portata, sfruttando il meccanismo degli accordi Ppp per aggirare i vincoli urbanistici e massimizzare i profitti degli investitori coinvolti.
L’obiettivo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato quello di ottenere una rapida e concreta attuazione di tali piani, confidando nel supporto del sindaco Sala.
Le indagini puntano il dito su un sistema di favoritismi e complicità tra funzionari pubblici e operatori economici, con la conseguente compromissione dell’interesse pubblico e una potenziale distorsione del processo decisionale in materia di urbanistica.
Il ruolo dello studio Marinoni emerge come chiave di volta in questo complesso sistema, incaricato di elaborare studi e piani che avrebbero fornito la copertura tecnica e istituzionale per le operazioni speculative.
Il caso solleva interrogativi cruciali sulla governance del territorio milanese e sull’effettiva trasparenza dei processi decisionali che regolano lo sviluppo urbano.