L’indagine sulla tragica scomparsa del critico fotografico Maurizio Rebuzzini si articola su molteplici fronti, alimentata dalla necessità di ricostruire con precisione la dinamica degli eventi che hanno portato alla sua morte.
Mentre l’autopsia è in corso, volta a determinare con certezza la causa del decesso e a raccogliere elementi utili per stabilire l’esatta sequenza degli eventi, la squadra Mobile di Milano concentra le proprie energie nell’esame minuzioso dei pochi, e quindi particolarmente preziosi, filmati di videosorveglianza disponibili nella zona di via Zuretti.
La scarsità di queste registrazioni, un ostacolo significativo nell’indagine, rende ancora più cruciale l’analisi di ogni singolo frammento, nella speranza di individuare dettagli che possano fornire indizi sulla presenza di persone sospette o sulla natura della colluttazione che ha preceduto il ritrovamento del corpo sul ballatoio.
Le indagini seguono un approccio olistico, intrecciando l’analisi tecnica con l’approfondimento del contesto personale e professionale della vittima.
Le testimonianze di conoscenti, familiari e colleghi sono state raccolte e analizzate, non solo per accertare la presenza di eventuali conflitti o risentimenti che avrebbero potuto scatenare un’aggressione, ma anche per delineare il profilo di Rebuzzini, le sue abitudini e le sue relazioni.
L’esame dei tabulati telefonici, un’attività complessa e dispendiosa in termini di tempo, mira a stabilire i contatti che Rebuzzini ha mantenuto nei giorni precedenti la morte e a individuare eventuali conversazioni sospette o inusuali.
La drammaticità della scena è stata amplificata dalla scoperta del corpo da parte del figlio Filippo, il quale si è trovato a dover affrontare l’atroce spettacolo del padre in condizioni critiche, contribuendo, con il suo allarme tempestivo, a garantire l’intervento dei soccorsi, sebbene ininfluente sulla prognosi.
Il team della Polizia Scientifica ha proseguito le indagini sul luogo del crimine, il laboratorio del critico, con l’obiettivo di ricostruire la scena, cercando tracce di una possibile lotta: impronte, oggetti smarriti, segni di effrazione o di colluttazione che possano fornire elementi concreti per confermare o smentire l’ipotesi di un agguato.
L’attenzione è rivolta anche all’analisi dei materiali biologici rinvenuti, che potrebbero rivelare l’identità dell’aggressore.
La complessità del caso richiede un’indagine metodica e accurata, alla ricerca di ogni indizio, anche il più insignificante, per fare luce sulla tragica scomparsa di Maurizio Rebuzzini e assicurare alla giustizia i responsabili.