Ritorna alla luce, scintillante e rinnovato, il monumento alle Cinque Giornate di Milano, custode silenzioso di un capitolo cruciale della storia risorgimentale.
L’imponente obelisco, fulcro di piazza omonima, si erge nuovamente a simbolo della città, coronando un complesso intervento di restauro che ne ha restituito la bellezza originaria, svelando al contempo dettagli inediti sulla sua realizzazione.
Lungi dall’essere un mero intervento conservativo, l’opera si inserisce in un progetto di valorizzazione più ampio, che ambisce a riconnettere la memoria collettiva con le radici storiche del monumento.
La riqualificazione include la cura della cripta sottostante, un luogo di profonda dignità e significato, dove riposano i resti di coloro che caddero durante le Cinque Giornate.
Il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (Labanof) dell’Università degli Studi di Milano è incaricato di studiare questi resti, applicando metodologie scientifiche all’avanguardia per ricostruire la storia di quegli eventi e, soprattutto, per onorare la memoria dei protagonisti.
L’analisi antropologica, con le sue implicazioni etiche e scientifiche, si propone di fornire una prospettiva inedita, umanizzando la storia e rafforzando il legame tra passato e presente.
L’assessora ai Servizi Civici e Quartieri, Gaia Romani, ha sottolineato come questo monumento rappresenti una forte volontà popolare, un’espressione tangibile del sentimento risorgimentale che animò la città.
L’obelisco, insieme alla cripta che lo accoglie, incarna una storia che continua a risuonare nel cuore dei milanesi, evocando l’ardore e il sacrificio di chi lottò per l’unità d’Italia.
Il restauro ha rivelato un’attenzione meticolosa e un’abilità artistica straordinaria da parte dello scultore Giuseppe Grandi.
L’intervento dei restauratori, svolto con tecniche manuali raffinate, ha permesso di individuare l’uso di diverse leghe bronzee, scelte strategicamente per creare sfumature cromatiche e giochi di luce che esaltano la monumentalità dell’opera.
La composizione chimica dei bronzi impiegati, analizzata con precisione, ha permesso di comprendere le intenzioni artistiche di Grandi, che mirava a creare un effetto di tridimensionalità e dinamismo attraverso la variazione dei colori.
Particolare attenzione è stata dedicata alla cuspide dell’obelisco, smontata per essere sottoposta a un restauro più approfondito.
La struttura interna, originariamente realizzata in ferro battuto, si era deteriorata nel tempo, cedendo alla pressione degli agenti atmosferici e all’usura.
La sua sostituzione con una nuova struttura in acciaio inox, garantisce la stabilità e la durabilità dell’obelisco per le generazioni future, preservando al contempo l’integrità estetica dell’opera.
L’uso di materiali moderni, accuratamente integrati con la fattura originale, testimonia l’impegno di coniugare tradizione e innovazione nella tutela del patrimonio artistico milanese.









