A Milano, un nuovo capitolo si apre nel delicato campo della tutela del paesaggio urbano con la costituzione della Commissione comunale per il Paesaggio, un organo cruciale per la salvaguardia dell’identità e della qualità ambientale della città.
Undici figure professionali, scelte tra un bacino di candidati altamente qualificati, assumeranno la responsabilità di vigilare sull’evoluzione del territorio, impegnandosi per un triennio, fino al 2028.
La genesi di questa nuova Commissione affonda le sue radici in un momento di profonda revisione.
Precedenti inchieste giudiziarie, che hanno sollevato interrogativi sull’integrità delle procedure edilizie, hanno portato alle dimissioni della maggior parte dei membri uscenti, spianando la strada a un rinnovamento radicale.
L’approvazione di un nuovo regolamento, datata 12 giugno, ha gettato le basi per un processo più trasparente e rigoroso, culminato nell’apertura di un bando che ha attratto ben 29 candidature, di cui 27 giudicate ammissibili.
L’elenco dei nuovi membri, composto dall’ingegnere Gianmarco Zuccherini e dagli architetti Aldo Bello, Gabriele Silvano Munari, Marco Rizzoli, Maurizio Monti, Paola Bonzi, Giuseppe Glorioso, Gaia Piccarolo, Virna Mastrangelo, Maura Martina Brugnoni e Vincenza Nardone, testimonia l’impegno del Comune a selezionare figure di alto profilo tecnico e morale.
La prima seduta sarà dedicata all’elezione del presidente, segnando l’inizio formale delle attività della Commissione.
Anna Scavuzzo, vicesindaca con delega alla Rigenerazione Urbana, ha sottolineato come la scelta dei membri sia stata guidata dalla ricerca di “qualità dei profili professionali, con particolare attenzione alla rispettabilità e all’indipendenza”.
Questa attenzione riflette una volontà di restituire credibilità a un organo cruciale per l’equilibrio tra sviluppo urbano e tutela ambientale.
Il perimetro delle competenze della Commissione è stato già circoscritto attraverso una variante parziale normativa al piano delle regole e al piano dei servizi, assicurando una chiarezza di mandato e un focus sulla coerenza dei progetti con i vincoli paesistico-ambientali vigenti.
L’inserimento paesaggistico, dunque, diventa un criterio imprescindibile di valutazione.
La riduzione del numero dei componenti, da quindici a undici, riflette una volontà di ottimizzare l’efficienza operativa e favorire un processo decisionale più snello.
I requisiti di accesso, seppur elevati, mirano a garantire un livello di esperienza e competenza adeguato alla delicatezza dei compiti affidati.
Si richiede un’esperienza professionale decennale per i laureati e dodicennale per i diplomati, in libera professione, nel mondo accademico o nella pubblica amministrazione.
Un elemento chiave è l’impegno a rinunciare a incarichi professionali nel territorio comunale per l’intera durata del mandato e per i diciotto mesi successivi, garantendo così un’assoluta indipendenza e imparzialità nelle valutazioni.
Questo vincolo, severo ma necessario, mira a prevenire conflitti di interesse e a rafforzare la fiducia pubblica nell’operato della Commissione, un organo fondamentale per la costruzione di una Milano più sostenibile e rispettosa del suo patrimonio paesaggistico.









