Nel quadro di una nuova, approfondita indagine sull’efferato omicidio di Chiara Poggi, si è concretizzata questa mattina un’attività tecnica di estrema delicatezza e cruciale importanza: un’indagine probatoria, disposta dal giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, volta all’esame di reperti precedentemente acquisiti e ritenuti potenzialmente rilevanti.
Si tratta di materiali sequestrati diciotto anni fa, provenienti dall’abitazione della vittima, e in precedenza trascurati o considerati privi di valore investigativo.
L’attività si concentra sull’analisi di residui di colazione, accuratamente recuperati da un contesto di scarti e rifiuti, testimonianza silenziosa di un passato ancora avvolto nel mistero.
Un team multidisciplinare di esperti è stato convocato presso gli uffici della Questura di Milano per un accertamento irripetibile, una procedura che preclude qualsiasi possibilità di replica o manomissione.
A capo del team, il perito nominato dal giudice, Domenico Marchegiani, affiancato dai consulenti di parte, sia dell’accusa che della difesa, e dai rappresentanti della parte civile.
L’obiettivo primario è l’individuazione e l’analisi di impronte latenti, ovvero quelle impronte invisibili a occhio nudo, che potrebbero fornire indizi cruciali sull’identità di chi ha manipolato i reperti.
L’attenzione è focalizzata su specifici oggetti: l’etichetta arancione di un brick di Estathè, un involucro di biscotti, un sacchetto contenente cereali per la colazione e, significativamente, lo stesso sacchetto che un tempo conteneva la pattumiera.
L’analisi prevede l’impiego di tecniche di rilevamento impronte avanzate, scelte in base alla natura dei materiali e alla necessità di preservare l’integrità delle prove.
Queste metodologie potrebbero includere processi chimici, fisici o a contrasto ottico, mirati a esaltare la presenza di residui biologici e a ricostruire le sequenze tattili che hanno interessato gli oggetti.
La complessità dell’operazione e la potenziale quantità di dati da elaborare rendono incerto il completamento dell’indagine probatoria nell’arco della giornata odierna.
Il confronto dei risultati ottenuti con i database esistenti e l’interpretazione di eventuali corrispondenze potrebbero richiedere ulteriori giorni di lavoro, in un’operazione che mira a svelare dettagli nascosti e a far luce su un caso irrisolto da troppo tempo.
Il processo rappresenta un’occasione per rivalutare prove precedentemente considerate marginali, applicando tecnologie e metodologie oggi disponibili e rafforzando la ricerca della verità.