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martedì 28 Ottobre 2025

Occupazione al Berchet: studenti in segno di protesta per la Palestina

L’istituto Berchet, prestigioso liceo classico milanese situato in via della Commenda, è stato oggi teatro di un’azione di disobbedienza civile da parte degli studenti.

L’occupazione, iniziata nelle prime ore della mattinata, ha visto i giovani erigere un blocco simbolico alle porte d’accesso, sigillate con catene e lucchetti, trasformando l’area in una sorta di presidio studentesco.

Immediatamente, si è costituita un’assemblea permanente, un vero e proprio spazio di confronto e definizione delle motivazioni alla base della protesta.

Le forze dell’ordine, in particolare la Polizia di Stato, hanno prontamente dispiegato unità sul posto per monitorare la situazione, stimando una partecipazione di circa 3-400 studenti.
La dirigenza scolastica, nel tentativo di stemperare la tensione e avviare un dialogo costruttivo, è impegnata in un confronto serrato con i manifestanti.
La Digos, presente per garantire l’ordine pubblico, ha confermato che l’azione studentesca si sta svolgendo in un clima di relativa calma, seppur carica di significato politico.
Di conseguenza, l’attività didattica è stata temporaneamente sospesa e, secondo le intenzioni dei promotori, l’occupazione dovrebbe protrarsi fino al fine settimana.
Il gesto studentesco non è una protesta isolata, bensì si inserisce in un contesto di crescente sconcerto e indignazione per l’intercettazione, in acque internazionali, della Freedom Flotilla e della successiva Global Sumud Flotilla.
Questi eventi, che coinvolgono attivisti per i diritti umani e sostenitori della causa palestinese, hanno sollevato interrogativi cruciali sulla legalità delle azioni militari in mare aperto e sulle implicazioni etiche delle politiche israeliane nei confronti del territorio palestinese.

L’azione del Berchet si colloca, quindi, all’interno di una giornata di mobilitazione nazionale, caratterizzata da cortei e presidi in diverse città italiane, che esprimono una forte opposizione alle restrizioni di libertà di movimento e alle condizioni di vita imposte alla popolazione palestinese.
L’occupazione del liceo, lungi dall’essere un semplice atto di disobbedienza, si configura come una potente dichiarazione di impegno civico e un appello alla coscienza collettiva, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica e a sollecitare un cambio di rotta nelle relazioni internazionali.

Gli studenti, attraverso questa iniziativa, rivendicano il diritto di esprimere le proprie preoccupazioni e di agire in difesa dei valori di giustizia, equità e rispetto dei diritti umani.

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