La Procura di Milano ha avviato un’indagine complessa e delicata, volta a ricostruire la dinamica che ha condotto alla tragica morte di Pamela Genini, la giovane donna di 29 anni assassinata con ferocia nella sua abitazione.
L’inchiesta, coordinata dall’aggiunta Letizia Mannella e dalla procuratrice Alessia Menegazzo, si propone di svelare un quadro inquietante di violenza psicofisica protrattasi per oltre un anno e mezzo, orchestrata dall’aggressore, Gianluca Soncin, 52 anni.
Le audizioni in corso coinvolgono amici e conoscenti di Pamela, figure chiave per delineare il percorso relazionale tra la vittima e l’indagato, e per comprendere le motivazioni alla base del controllo ossessivo esercitato da Soncin. L’obiettivo non è solo quello di ricostruire gli eventi immediatamente precedenti la morte, ma di approfondire le radici di un sistema di coercizione che si manifestava attraverso minacce, vessazioni e ripetuti atti di violenza.
Gli investigatori della Polizia stanno vagliando una mole di informazioni, che vanno dai tabulati telefonici, utili per tracciare gli spostamenti e le comunicazioni di Soncin, all’analisi della sua sfera finanziaria e lavorativa, alla ricerca di possibili indizi che possano chiarire la sua personalità e il suo modus operandi.
Particolare attenzione è rivolta alla ricostruzione degli episodi di violenza, alcuni dei quali sono emersi grazie alla testimonianza di Francesco, ex fidanzato e amico di Pamela, che era in contatto telefonico con lei poco prima della tragedia.
Il racconto di Francesco, carico di angoscia, evoca scene di pericolo, come il puntare una pistola contro il ventre della vittima, un tentativo di accoltellamento e un episodio di aggressione in un albergo sull’Isola d’Elba, dove Soncin avrebbe tentato di gettare Pamela dal balcone.
L’indagine si concentra inoltre sull’episodio avvenuto a Cervia, nel settembre 2024, quando Pamela subì un violento pestaggio a casa di Soncin. Il referto ospedaliero di Seriate (Bergamo), dove la giovane si fece curare per una frattura al dito, rappresenta un tassello cruciale.
In quell’occasione, Pamela descrisse le violenze subite, ma non sporte denuncia.
Questa omissione solleva interrogativi sulla possibile mancata attivazione di protocolli di protezione, come il “codice rosso” e l’avvio di un’inchiesta a carico di Soncin.Parallelamente, la Procura di Bergamo ha avviato un’indagine separata per accertare eventuali responsabilità nell’omissione di misure di protezione nei confronti di Pamela.
Questa indagine, tuttora priva di ipotesi di reato e indagati, mira a verificare se siano state commesse irregolarità nella gestione del caso, valutando le dinamiche di comunicazione e coordinamento tra le diverse istituzioni coinvolte, in particolare tra Bergamo e Ravenna.
L’obiettivo è stabilire se errori procedurali o lacune organizzative abbiano contribuito a creare un contesto in cui la vittima è rimasta esposta a un pericolo incombente.
La complessità dell’indagine richiede un’analisi approfondita delle responsabilità e delle possibili negligenze, al fine di garantire giustizia e prevenire il ripetersi di simili tragedie.