Il Memoriale della Shoah di Milano si arricchisce di una nuova, potente declinazione artistica: “Again and again”, un murale di AleXsandro Palombo che si erge a risposta visiva a un’onda di intolleranza e antisemitismo sempre più pervasiva. L’opera si colloca in dialogo con il precedente intervento di Palombo, “Binario 21″, raffigurante I Simpson deportati ad Auschwitz, un’immagine già ripetutamente bersaglio di atti vandalici carichi di odio.”Again and again” non è una semplice sostituzione, ma una stratificazione di significato. L’artista, scegliendo di non rimuovere le scritte antisemite precedentemente apposte sul murale dei Simpson, crea un’efficace denuncia: la violenza antiebraica, un fantasma del passato che sembra aver ripreso vigore nel presente occidentale, non può essere cancellata con una mano, ma deve essere contrastata con una narrazione onesta e cruda. La persistenza delle scritte vandaliche, paradossalmente, esaspera la necessità di memoria e di impegno.Al centro del nuovo murale, due figure emblematiche: Liliana Segre ed Edith Bruck, due testimoni dirette dell’orrore nazista. Le donne, indumenti a righe come imprigionate nella memoria del campo, portano sulla pettorina la Stella di David, simbolo di un’identità perseguitata e cancellata. L’abbraccio, gesto di conforto e resilienza, è la cornice di un’immagine che trascende la rappresentazione per divenire un inno alla fratellanza e alla speranza. L’innalzamento della bandiera di Israele, elemento che ha generato un acceso dibattito, si configura come un richiamo alla necessità di difendere l’esistenza e la sicurezza di un popolo, ma anche come un monito contro l’uso strumentale della storia e della politica identitaria.L’opera di Palombo non si limita a denunciare un fenomeno, ma invita a una riflessione più ampia sulle radici dell’odio, sulla fragilità della memoria e sulla responsabilità collettiva nel contrasto all’intolleranza. È un grido d’allarme, un appello alla vigilanza e un invito a custodire la fiamma della memoria, affinché “mai più” non rimanga una semplice frase, ma diventi un impegno concreto e quotidiano. Il murale, quindi, si configura come un potente strumento di educazione e sensibilizzazione, un faro nella notte dell’intolleranza, un inno alla dignità umana e alla speranza di un futuro più giusto e pacifico.
Palombo: un murale a Milano, memoria e speranza contro l’odio.
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