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sabato 25 Ottobre 2025

Pamela Genini: un femminicidio, un inferno di violenza

La storia di Pamela Genini si configura come un tragico esempio di escalation di violenza, un percorso inesorabile che l’ha condotta a una fine brutale, sigillata da ventiquattro coltellate.
Francesco Dolci, suo ex fidanzato, in un toccante racconto a “Storie Italiane”, ha dipinto un quadro desolante di una relazione imprigionata in un ciclo di controllo, minacce e abusi, un vero e proprio inferno psicologico.
Pamela, giovane donna che sognava una vita semplice, una famiglia, un futuro sereno, si è sentita intrappolata in una spirale di terrore da cui desiderava disperatamente fuggire.

Il suo piano di fuga, contemplava persino l’esilio all’estero, testimonianza della gravità della sua condizione di paura e disperazione.

Dolci ha descritto come Pamela abbia iniziato a ricostruire la propria rete sociale, cercando conforto nella compagnia di amici e familiari, in un tentativo di creare un perimetro di sicurezza.
Ma il controllo ossessivo del suo aggressore si rivelava ineludibile.
La relazione era costellata di comportamenti persecutori: pedinamenti, appostamenti, minacce velate e manifeste.
Pamela, dilaniata dalla vergogna e dalla paura del giudizio, custodiva segreti che la imprigionavano in un silenzio soffocante.

Dolci, con amarezza, ha confessato di aver più volte riconosciuto la pericolosità del suo comportamento, definendolo apertamente “psicopatico” e “mostro”.

La premeditazione del gesto violento si manifestava in minacce estese non solo a Pamela, ma anche alla sua famiglia, inclusa la sorella incinta, prefigurando un disegno di distruzione totale.
L’aggressione finale, perpetrata con la sordida audacia di chi aveva replicato le chiavi di casa, ha interrotto bruscamente gli ultimi istanti di vita della giovane, lasciando dietro di sé un messaggio di aiuto disperato, inviato a Dolci, che ha immediatamente allertato le forze dell’ordine.
Il femminicidio non è stato un evento isolato, ma l’apice di una progressione di violenza che si era manifestata in precedenza.

Un episodio particolarmente sconvolgente, avvenuto all’Isola d’Elba, ha visto il tentativo di spingerla dal terrazzo, motivato da una banale osservazione fatta a un cane.
Da quel momento, l’aggressore aveva iniziato a portare armi, preludio di un’escalation di abusi fisici e psicologici: percosse, schiaffi, pugni che miravano a comprometterne l’integrità fisica e a minarne la dignità.

Le richieste di perdono, presentate con cinismo e manipolazione, si rivelavano semplici stratagemmi per protrarre la dinamica di controllo e raggiungere il punto di rottura.
La vicenda di Pamela Genini, attraverso la testimonianza di Francesco Dolci, si erge a monito sulla necessità di riconoscere i segnali di allarme della violenza di genere, di offrire supporto alle vittime e di intervenire tempestivamente per interrompere il ciclo di abusi, prima che la tragedia si compia.

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