La perizia biostatistica, orchestrata dalla genetista Denise Albani sotto la supervisione della giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli e convalidata nell’ambito dell’incidente probatorio, ha prodotto risultati di eccezionale rilevanza nell’indagine riguardante la tragica scomparsa di Chiara Poggi e l’indagine a carico di Andrea Sempio.
Le conclusioni, comunicate ai consulenti legali delle parti e alla Procura di Pavia tramite raccomandata elettronica, delineano un quadro genetico che rafforza significativamente il legame tra l’indagato e la vittima.
L’analisi, che si concentra sull’aplotipo Y – una sequenza specifica di marcatori genetici trasmessi esclusivamente lungo la linea maschile – ha rivelato una corrispondenza pressoché assoluta tra il profilo estratto da due frammenti ungueali di Chiara Poggi, risalenti al 2007, e il profilo biologico di Andrea Sempio.
Questa concordanza non è una semplice sovrapposizione casuale, bensì una manifestazione di una rara variabilità genetica.
La popolazione che condivide questo specifico aplotipo Y è estremamente limitata, configurando un gruppo di individui strettamente correlati tra loro per linea maschile.
In altre parole, la presenza di questo marker genetico in Chiara Poggi e in Andrea Sempio suggerisce un’origine comune, che si restringe in modo significativo a parenti maschi in linea diretta.
La rilevanza di questa scoperta trascende il mero dato statistico.
L’aplotipo Y, per sua natura, permette di tracciare linee di discendenza maschile che si estendono nel tempo, offrendo una finestra sulla storia familiare.
In questo contesto, la corrispondenza riscontrata costituisce un tassello cruciale nel complesso mosaico dell’indagine, indicando un nesso genetico che merita un’attenta disamina.
La perizia definitiva, che la genetista Albani presenterà all’inizio di dicembre, fornirà un’analisi dettagliata dei dati, includendo una valutazione probabilistica della concordanza riscontrata e considerando potenziali fattori di confondimento.
L’udienza di Pavia del 18 dicembre sarà l’occasione per la discussione formale della perizia e per la sua valutazione da parte del tribunale, con implicazioni potenzialmente decisive per l’esito del processo.
Il caso sottolinea l’importanza crescente della genetica forense nell’ambito delle indagini penali, offrendo strumenti sempre più sofisticati per la ricostruzione degli eventi e l’identificazione dei responsabili.









