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Perizia psichiatrica: nuovi elementi nel caso Sangare-Verzeni.

La vicenda che coinvolge Moussa Sangare, accusato dell’efferato omicidio di Sharon Verzeni a Terno d’Isola, si arricchisce di un elemento cruciale: la deposizione della perizia psichiatrica.

L’incarico, conferito dalla Corte d’Assise il primo aprile, è stato affidato alla dottoressa Giuseppina Paulillo, il cui rapporto tecnico getta luce su una personalità complessa e potenzialmente perturbata, ma non affetta da un vizio di mente che ne comprometta la responsabilità penale.
La perizia, il cui esame dettagliato è previsto per il prossimo 22 settembre in sede di udienza, descrive Sangare, trentenne residente a Suisio, come affetto da un disturbo di personalità che si manifesta con tratti narcisistici e antisociali.

Questa condizione, pur configurando una vulnerabilità psicologica significativa e potenziale fonte di comportamenti devianti, non, stando alle conclusioni della dottoressa Paulillo, ne offusca la capacità di intendere e volere al momento della commissione del reato.
Il disturbo di personalità riscontrato si caratterizza per una spiccata tendenza all’auto-esaltazione, una ricerca costante di ammirazione, un egocentrismo accentuato e una marcata difficoltà a riconoscere e rispettare i diritti e i sentimenti altrui.
Il tratto antisociale, invece, si traduce in una tendenza alla manipolazione, alla mancanza di considerazione per le regole sociali e alla difficoltà a provare rimorso o empatia nei confronti delle proprie vittime.
L’assenza di un riscontro di “vizio di mente” solleva interrogativi profondi.
La presenza di un disturbo di personalità, seppur non sufficiente ad escludere la responsabilità penale, introduce inevitabilmente una riflessione sulla genesi del comportamento aggressivo e sulla possibile necessità di misure di sicurezza aggiuntive, finalizzate alla prevenzione di futuri atti violenti.

La reticenza successiva dell’imputato, che ha ritrattato la confessione iniziale sostenendo di non essere stato lui ad agire, complica ulteriormente il quadro investigativo.

Questa inversione di rotta potrebbe essere interpretata come un tentativo di eludere la responsabilità, ma anche come una manifestazione di un disturbo di personalità che manifesta difficoltà nel confrontarsi con la gravità delle proprie azioni.

La valutazione della credibilità di questa reticenza sarà un elemento cruciale nel corso del processo, e sarà oggetto di approfondita analisi da parte della difesa e dell’accusa.
La perizia psichiatrica, in questo contesto, assume quindi un valore diagnostico e prognostico fondamentale, capace di influenzare significativamente l’esito del procedimento giudiziario.

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