Un episodio di violenza e criminalità ha scosso Milano, precisamente in via Varesina, dove un gruppo di giovani ha compiuto una rapina a mano armata ai danni di due ventenni.
La dinamica, ricostruita dalle forze dell’ordine, descrive una situazione di deliberata aggressione: le vittime, alloggiate in un hotel della zona, sono state bruscamente circondate da un gruppo composto da individui di origine egiziana.
L’azione, orchestrata con apparente coordinazione, si è materializzata con l’estrazione, a scopo intimidatorio, di una pistola da parte di uno degli aggressori, un gesto che ha amplificato il senso di pericolo e la paura delle vittime.
Contestualmente, il resto del gruppo si è avventato sui due giovani, tentando di sottrarre loro beni di valore, in particolare una collana e un cappello di marca stimato in 300 euro.
L’intervento tempestivo della Polizia, prontamente allertata dalle vittime, ha permesso di localizzare e arrestare sei dei responsabili, tutti in età compresa tra i 18 e i 19 anni, accusati di rapina aggravata.
Un quindicenne, anch’egli coinvolto, è stato invece trattenuto presso la questura per le operazioni di identificazione.
La perquisizione a carico del gruppo ha portato al rinvenimento di un arsenale improvvisato: la pistola, successivamente identificata come una scacciacani, due scatole di munizioni a salve, una somma di denaro contante pari a 2.
255 euro e un passamontagna utilizzato per celare le identità.
Particolarmente rilevante è la pregressa storia criminale di uno degli aggressori, già noto alle autorità per una condanna per rapina risalente al 2023.
Un ulteriore elemento di gravità è rappresentato dal ritrovamento di un tirapugni, a testimonianza della premeditazione e della potenziale violenza che avrebbe potuto essere utilizzata.
Oltre all’arresto per la rapina, i responsabili sono stati denunciati anche per il possesso illegale delle armi, sottolineando l’importanza del controllo e della repressione del fenomeno del possesso di oggetti contundenti e armi, anche se non vere, che possono essere utilizzati per intimidire e commettere reati.
L’episodio solleva interrogativi sulla sicurezza urbana e sulla necessità di rafforzare i controlli e le strategie di prevenzione per contrastare la criminalità giovanile e tutelare la sicurezza dei cittadini.