giovedì 4 Settembre 2025
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Riapre l’indagine Poggi: cruciale incidente probatorio a Milano.

La nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, una ferita ancora aperta nel tessuto sociale pavese, si riavvia con un’azione cruciale: il riavvio dell’incidente probatorio a Milano.
Questo atto processuale, volto a ricostruire e verificare elementi fondamentali, riprende dopo un’interruzione dovuta alla necessità di acquisire dati genetici essenziali.
In gioco c’è la validità delle prove scientifiche e, di conseguenza, la ricostruzione dettagliata delle dinamiche che portarono alla tragica scomparsa della giovane.
La richiesta di trasmissione dei dati grezzi relativi alle analisi ungueali è indirizzata al Ris di Parma e al genetista Francesco De Stefano, figure chiave nelle precedenti perizie che hanno contribuito a delineare il quadro investigativo iniziale.

L’acquisizione di queste informazioni, cruciali per la valutazione della loro integrità e affidabilità, rappresenta un passaggio imprescindibile per affrontare il nodo cruciale dell’accertamento scientifico.
Denise Albani, la perita nominata dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) pavese Daniela Garlaschelli, ha richiesto i dati con l’obiettivo di approfondire la comprensione del protocollo seguito dal medico legale Marco Ballardini durante il prelievo dei campioni biologici.
Una rigorosa analisi delle procedure di raccolta e conservazione è fondamentale per escludere possibili contaminazioni o alterazioni che potrebbero compromettere l’accuratezza dei risultati genetici.
L’incidente probatorio coinvolge un team di consulenti scientifici particolarmente ampio e diversificato, comprendendo esperti delle difese di Andrea Sempio – indiziato in relazione all’omicidio – e di Alberto Stasi, quest’ultimo in fase di espiazione di una pena detentiva definitiva di 16 anni.
Sono presenti anche consulenti designati dai magistrati inquirenti e dalla famiglia Poggi, sottolineando la sensibilità e l’importanza attribuita alla ricerca della verità.
Il fulcro dell’indagine ruota attorno alla valutazione dell’utilizzabilità del DNA estratto dai margini ungueali della vittima.
In particolare, si intende accertare se il materiale genetico recuperato dal mignolo sinistro possa essere inequivocabilmente attribuito ad Andrea Sempio.
Un ulteriore elemento di interesse risiede nell’identificazione del secondo profilo genetico isolato, la cui origine e la cui possibile connessione con i fatti restano ancora da chiarire.

La complessità dell’analisi del DNA ungueale, intrinsecamente legata alla sua fragilità e alla potenziale presenza di contaminazioni, rende l’accuratezza e la trasparenza delle procedure scientifiche un requisito imprescindibile per garantire la validità delle prove e la giustizia nel caso Poggi.

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