Un sofisticato schema di riciclaggio di capitali, orchestrato tra l’Austria e l’Italia, ha portato all’arresto di due cittadini italiani e al sequestro di beni per un valore complessivo di oltre cinque milioni di euro. L’indagine, condotta dalla Procura della Repubblica di Bolzano e sviluppata dal Gruppo della Guardia di Finanza di Cremona, ha disvelato un meccanismo volto a ripulire ingenti somme derivanti da evasione fiscale, destinate a un’impresa austriaca di comodo.L’attività criminale, protrattasi dal 1° gennaio 2020 al 1° gennaio 2024, ha coinvolto due residenti in Austria, originari rispettivamente delle province di Padova e Treviso. Questi individui, agendo come intermediari finanziari, hanno veicolato attraverso un conto corrente situato in una filiale bancaria di Bolzano, risorse illecite per un ammontare superiore ai venti milioni di euro. L’impresa austriaca, formalmente intestata agli stessi indagati, fungeva da mero transito per il denaro, che veniva poi reindirizzato verso destinazioni estere, tra cui Austria, Lituania e Repubblica Popolare Cinese. Il profitto derivante da questa operazione di riciclaggio, denominata *money laundering*, si quantificava nel 5% dell’importo complessivo, incrementato da un ulteriore 1% destinato a coprire commissioni bancarie e spese operative.La peculiare architettura di questo schema criminale prevedeva un ritorno periodico delle risorse ripulite sotto forma di contante. Il 94% di ciascuna tranche veniva restituito all’imprenditore bresciano, figura chiave dell’organizzazione, amministratore *de facto* di sette imprese edili fittizie. Queste società, intestate a prestanome, avevano accumulato un debito fiscale di oltre ventotto milioni di euro, frutto di anni di evasione di imposte dirette e IVA. Proprio dai conti correnti di queste imprese venivano prelevati gli importi destinati al riciclaggio, creando un circolo vizioso di criminalità finanziaria.Le indagini, condotte sotto la direzione del sostituto procuratore Igor Secco, hanno portato all’emissione di provvedimenti cautelari da parte del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Bolzano, Emilio Schönsberg. L’ordinanza ha disposto l’applicazione degli arresti domiciliari nei confronti del residente in Austria, accusato di aver facilitato il riciclaggio di capitali illeciti derivanti da reati tributari, e dell’imprenditore bresciano, per il ruolo di amministratore *de facto* delle società di comodo.Il provvedimento si è concretizzato con il sequestro preventivo di beni appartenenti a otto società di capitali e quattro persone fisiche. Il patrimonio bloccato include 15 immobili, sette rapporti finanziari, quote societarie e ingenti somme di denaro contante, per un valore complessivo stimato in oltre cinque milioni di euro. L’operazione, oltre a rappresentare un successo nell’attività di contrasto alla criminalità organizzata, sottolinea la crescente sofisticazione degli schemi di riciclaggio e la necessità di una stretta collaborazione tra le forze dell’ordine a livello transnazionale. L’inchiesta prosegue per accertare la piena estensione della rete criminale e individuare ulteriori complici coinvolti.
Riciclaggio transfrontaliero: arrestati e sequestri per 5 milioni
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