“Libera Gaza”: un’affermazione che ha risuonato nel maestoso Teatro alla Scala, durante i Cnmi Sustainable Fashion Awards, pronunciata dal Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, un gesto che trascende i confini del mondo della moda e si proietta nel dibattito globale.
Mentre l’eleganza e l’innovazione si incontravano tra le mura del teatro, a pochi metri di distanza, in Piazza Palazzo Marino, si sviluppava un accampamento, testimonianza tangibile di un disagio profondo e di una richiesta urgente: quella del presidio permanente “100 Piazze per Gaza”.
Il Sindaco, consapevole del peso delle immagini e del significato delle parole, ha introdotto il suo discorso sottolineando la complessità del momento storico.
Non un semplice monito, ma una riflessione sulla fragilità del nostro tempo, segnato da disuguaglianze sociali acuite, da una crisi climatica inarrestabile e da tensioni geopolitiche che minacciano la stabilità del pianeta.
Città come Milano, centri di eccellenza economica e culturale, si trovano ad affrontare sfide inedite: l’impennata del costo della vita, l’irraggiungibilità del diritto alla casa, un divario sempre più ampio tra ricchi e poveri, un senso diffuso di insicurezza che erode la fiducia nel futuro.
Sala ha invitato il pubblico, composto da figure di spicco del settore della moda, a non sottovalutare la propria influenza.
La moda, in quanto industria globale che incarna creatività, innovazione e aspirazioni, possiede una voce potente, capace di veicolare messaggi e di promuovere cambiamenti significativi.
Un’industria che, per sua stessa natura, dovrebbe essere sensibile alle problematiche etiche e sociali che affliggono il mondo.
La dichiarazione “Free Gaza” non è stata un semplice slogan, ma un atto di solidarietà, un appello alla giustizia e alla pace.
Un gesto che, nel contesto di un evento dedicato alla sostenibilità, assume un significato ancora più profondo, invitando a ripensare il ruolo della moda come strumento di cambiamento positivo, capace di promuovere valori di equità, inclusione e rispetto per l’ambiente e per le persone.
Il momento era intriso di una chiamata all’azione collettiva, un invito a superare le divisioni e a lavorare insieme per costruire un futuro più giusto e sostenibile, un futuro in cui la libertà e la dignità umana siano garantite per tutti.
L’evento non era solo una celebrazione del talento e dell’innovazione, ma anche un monito a non dimenticare le sofferenze di chi, lontano dalle luci della ribalta, lotta per la propria sopravvivenza e per i propri diritti.