La vicenda che coinvolge il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e le recenti dichiarazioni del governatore lombardo Attilio Fontana aprono un dibattito complesso che interseca questioni di responsabilità politica, diritto processuale e percezione pubblica.
L’affermazione di Fontana, con il suo fermo rifiuto di sollecitare le dimissioni del sindaco, si radica in un principio fondamentale di presunzione di innocenza, un cardine del nostro sistema giudiziario.
Richiedere le dimissioni in seguito a un avviso di garanzia, infatti, costituirebbe un atto di pregiudizio, una condanna sommaria che anticipa il verdetto della giustizia.
Un simile gesto, lungi dal favorire la trasparenza e la correttezza, minerebbe la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nell’equità del processo.
Si creerebbe un precedente pericoloso, incentivando l’uso del pettegolezzo e della pressione mediatica per accelerare i tempi e compromettere l’obiettività delle indagini.
La prudenza espressa dal governatore Fontana è quindi condivisibile.
Essa riflette una consapevolezza cruciale: l’indagine giudiziaria, per sua natura, richiede tempo, spazio e indipendenza per svolgersi al meglio, senza interferenze esterne che possano influenzarne il risultato.
È un percorso che deve seguire il suo corso, scandito dai fatti, dalle prove e dalle valutazioni degli inquirenti, per giungere a una verità accertata.
L’analogia tracciata dal governatore, il riferimento alla sua personale esperienza, sottolinea l’importanza di evitare decisioni affrettate e di mantenere la calma in momenti di turbolenza.
Il ruolo del politico, in questo contesto, non è quello di giudicare sommariamente, ma di garantire il rispetto delle regole, la separazione dei poteri e il diritto alla difesa.
La vicenda solleva, inoltre, una riflessione più ampia sul rapporto tra politica e giustizia, sulla necessità di proteggere l’indipendenza delle istituzioni e sulla responsabilità dei leader pubblici di agire con equilibrio e moderazione, evitando di alimentare sensazionalismo e pregiudizi.
La fiducia dei cittadini si basa sulla convinzione che il diritto sia uguale per tutti, e che ogni individuo, anche chi ricopre cariche pubbliche, abbia diritto a un processo equo e imparziale.
L’incongruenza di chiedere dimissioni prima di un giudizio finale, rischia di erodere proprio questa fiducia, compromettendo la stabilità del sistema democratico.