martedì 30 Settembre 2025
19.9 C
Milano

San Siro, via libera al trasferimento: Milano apre una nuova era.

Il Consiglio comunale di Milano ha sancito, con un atto amministrativo che ha segnato l’alba di una nuova era per il calcio cittadino, l’approvazione della controversa delibera riguardante la cessione dell’impianto sportivo noto come San Siro (Stadio Giuseppe Meazza) alle società calcistiche Inter e Milan.
La decisione, giunta dopo un estenuante confronto protrattosi per quasi 12 ore consecutive, ha polarizzato profondamente l’assemblea consiliare, riflettendo un dibattito più ampio che investe il futuro urbano e l’identità sportiva di Milano.

Con un risultato di 24 voti a favore, 20 contrari e l’assenza di astenuti – due consiglieri hanno scelto di non partecipare – il documento ha superato l’ostacolo cruciale, avviando un processo che prevede la vendita dell’impianto e delle aree circostanti ai club per la considerevole cifra di 197 milioni di euro.

Questa somma finanzierà la realizzazione di un nuovo stadio, mentre il Meazza, icona indiscussa del calcio italiano e testimone di innumerevoli pagine di storia sportiva, sarà oggetto di demolizione.
La divisione all’interno del Consiglio comunale è stata palpabile: la maggioranza di centrosinistra, pur con alcune crepe interne, ha espresso un voto favorevole, mentre l’opposizione, composta da rappresentanti di Lega, Fratelli d’Italia, Noi Moderati e una frangia dissidente di Forza Italia, ha manifestato forti dissensi.

L’assenza del capogruppo della Lista Beppe Sala Sindaco, Marco Fumagalli, unitamente a quella di Manfedi Palmeri, entrambi assenti dal voto, e le successive dichiarazioni di intenzione di dimissioni da parte di Fumagalli, testimoniano la delicatezza e la sensibilità politica del momento.
L’esame del provvedimento si è sviluppato attraverso la discussione di 25 emendamenti su un totale di 239 presentati, un processo che ha evidenziato la complessità e la profondità delle divergenze in campo.

La svolta decisiva si è verificata in piena notte, con l’approvazione di un emendamento “tagliola” che, tra contestazioni e polemiche, ha determinato la decadenza di tutti gli emendamenti precedentemente presentati, semplificando, di fatto, la procedura di voto.
La decisione, lungi dall’essere un semplice atto amministrativo, apre un capitolo inedito nella storia di Milano, sollevando interrogativi cruciali sulla tutela del patrimonio architettonico, l’impatto socio-economico della demolizione di un’icona sportiva e il ruolo dell’amministrazione comunale nella gestione del bene comune.

L’approvazione della delibera rappresenta un punto di non ritorno, ma lascia aperto un dibattito che continuerà a plasmare il futuro dello sport e dell’identità milanese.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -