sabato 26 Luglio 2025
26.1 C
Rome

Scandurra al processo: conflitto d’interessi, errori e difesa a galla

La vicenda che coinvolge Alessandro Scandurra, ex vicepresidente della Commissione paesaggistica, si configura come un complesso intreccio di responsabilità istituzionali, interpretazioni normative e potenziali errori procedurali, al centro di un’indagine per corruzione e falso ideologico.

La difesa, affidata all’avvocato Giacomo Lunghini, contesta l’accusa, argomentando che Scandurra ha agito sulla base delle direttive e delle prassi consolidate all’interno dell’amministrazione comunale.

Il fulcro della contestazione risiede nella presunta violazione delle norme relative ai conflitti di interesse.
Secondo l’accusa, Scandurra non avrebbe dovuto partecipare alle decisioni riguardanti progetti edilizi per i quali aveva ricevuto incarichi professionali, né avrebbe dovuto omettere di dichiarare i propri interessi.

La difesa, tuttavia, sostiene che, al momento della sua partecipazione alla Commissione, nel 2018 e nella riconferma del 2021, le linee guida comunali imponevano l’astensione solo in casi di diretto coinvolgimento, ovvero quando un commissario fosse stato incaricato, in veste di professionista, proprio sull’intervento oggetto di valutazione.

Un’interpretazione restrittiva che, a quanto pare, non estendeva l’obbligo di astensione a incarichi ricevuti dalla stessa impresa su altri progetti, creando una sorta di “zona grigia” interpretativa.

Un elemento cruciale a sostegno della tesi difensiva è costituito da una testimonianza, riportata in un’informativa della Guardia di Finanza, in cui una funzionaria comunale ammette un errore nella documentazione fornita ai commissari nel 2022.

La dichiarazione non era conforme al “patto di integrità” vigente, ma risaliva a una versione precedente, del 2018.
Questa ammissione getta una luce nuova sulla questione, suggerendo che la responsabilità dell’errore potrebbe non ricadere unicamente su Scandurra, ma anche su chi, all’interno dell’amministrazione, ha predisposto la documentazione errata.

L’episodio rivela un profondo disagio nella gestione dei conflitti di interesse all’interno dell’amministrazione, evidenziando una carenza di chiarezza e di formazione del personale.

L’aggiornamento delle normative, avvenuto solo a giugno 2023, con l’ampliamento dei casi di astensione, sottolinea l’evoluzione delle sensibilità in materia di trasparenza e correttezza nell’esercizio delle funzioni pubbliche.
Questa modifica legislativa a posteriori, paradossalmente, avvalsa la difesa di Scandurra, dimostrando come le regole fossero diverse al momento dei fatti contestati.

La vicenda solleva interrogativi sulla corretta applicazione dei principi di trasparenza e imparzialità nell’esercizio del potere decisionale, richiamando l’attenzione sulla necessità di protocolli procedurali rigorosi e di una formazione continua del personale comunale, al fine di prevenire errori interpretativi e garantire la conformità alle normative vigenti.
La vicenda, in definitiva, si presenta come un monito sulla fragilità dei sistemi di controllo e sulla necessità di una revisione approfondita delle procedure amministrative, al fine di tutelare l’interesse pubblico e preservare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -