giovedì, 19 Giugno 2025
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Schema Elusivo: Truffa Transfrontaliera Scoperta a Brescia

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Un’operazione con risvolti internazionali ha portato alla luce un sofisticato schema di elusione fiscale nel settore del commercio dei metalli ferrosi, svelato dalla Guardia di Finanza di Brescia. L’indagine, avviata a seguito di un’attività di analisi finanziaria, ha disvelato un meccanismo fraudolento transfrontaliero che ha coinvolto una società di diritto croato, apparentemente ad hoc costituita e gestita da un cittadino italiano.Al centro del sistema, la società croata ha ricevuto, in un arco temporale ristretto, ingenti trasferimenti di denaro, superando il milione e settecento mila euro, provenienti da una impresa bresciana. Questi bonifici erano giustificati dall’emissione di fatture apparentemente legittime, corrispondenti all’importo trasferito, che simulavano operazioni commerciali inesistenti. L’inganno, progettato con precisione, mirava a sfruttare le differenze normative e fiscali tra i due paesi per sottrarre risorse al fisco italiano.Le indagini hanno rivelato un quadro allarmante: la società croata, pur formalmente esistente, non presentava i requisiti minimi di una struttura imprenditoriale solida. Mancava di una sede operativa definita e di personale dipendente, suggerendo una mera facciata creata per occultare la vera natura dei flussi finanziari. Successivamente, i fondi ricevuti venivano dirottati dal conto aziendale a quello personale dell’amministratore, per essere poi prelevati integralmente, azzerando il saldo disponibile.L’analisi approfondita condotta dalle Fiamme Gialle ha quantificato il profitto illecito derivante dall’evasione di imposte dirette e IVA in 794.492 euro. Il profitto non rappresenta solo una perdita per lo Stato, ma riflette anche la potenziale distorsione del mercato dovuta a pratiche sleali. Il Giudice per le Indagini Preliminari di Brescia ha disposto un decreto di sequestro preventivo, anche per equivalente, di importo corrispondente al profitto illecito, nei confronti sia della società bresciana che del suo amministratore. Le accuse contestate includono l’autoriciclaggio, in quanto l’amministratore avrebbe reimpiegato i proventi illeciti, e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, reati che testimoniano la premeditazione e la complessità del sistema fraudolento.L’operazione sottolinea l’importanza della cooperazione internazionale nella lotta alla criminalità finanziaria e l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare l’elusione fiscale, che danneggia la collettività e mina la stabilità del sistema economico. L’indagine evidenzia, inoltre, la necessità di un controllo più rigoroso delle transazioni transfrontaliere e di una maggiore attenzione alla verifica della reale operatività delle società utilizzate per la commissione di reati finanziari.

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