Milano si è risvegliata con un panorama di trasporti pubblici parzialmente compromesso, a causa di uno sciopero indetto dall’Unione Sindacale di Base (USB), un’azione volta a esprimere una profonda preoccupazione e a sollecitare un cambio di rotta nelle politiche internazionali.
Nonostante l’agitazione, quattro delle cinque linee metropolitane – M1, M2, M3 e M5 – mantengono operativa una ridotta capacità di servizio, garantendo una connessione, seppur limitata, per i pendolari e i residenti.
La linea M4, tuttavia, è completamente sospesa.
Lo sciopero, che si inserisce in un contesto globale di crescente attivismo pro-Palestina, si configura come una protesta multifattoriale.
L’USB, attraverso questa azione, mira a richiamare l’attenzione sulla drammatica situazione umanitaria a Gaza, esprimendo solidarietà con la popolazione locale e sostenendo l’iniziativa “Global Sumud Flotilla”, un progetto volto a rompere il blocco imposto sulla Striscia.
Parallelamente, il sindacato lancia un appello esplicito al governo italiano, chiedendo la sospensione immediata di qualsiasi forma di cooperazione e relazione diplomatica con lo Stato di Israele, in segno di dissenso per le politiche attuate.
L’astensione dal lavoro, disciplinata secondo i consueti orari sindacali – dalle 8:45 alle 15:00 e dalle 18:00 fino al termine del servizio – ha impattato significativamente la mobilità urbana, aggravata da precipitazioni persistenti, a tratti intense, che hanno colpito la città fin dalla notte precedente.
Un corteo pacifico, organizzato in risposta allo sciopero e al fine di amplificare le istanze pacifiche di protesta, si snoderà lungo un percorso che collega piazzale Cadorna fino alla Stazione Centrale.
L’Azienda Trasporti Metropolitana Milanese (ATM) ha predisposto un piano di gestione del traffico, prevedendo possibili deviazioni, interruzioni o rallentamenti per le linee di autobus e tram, al fine di minimizzare i disagi causati dalla manifestazione e di garantire la sicurezza dei partecipanti e dei cittadini.
L’iniziativa testimonia la crescente sensibilità dell’opinione pubblica nei confronti del conflitto israelo-palestinese e la volontà di esercitare pressione sulle istituzioni affinché adottino posizioni più equilibrate e favorevoli alla ricerca di una soluzione pacifica e duratura.
La situazione, pertanto, si configura come un crocevia tra necessità di garantire la continuità del servizio pubblico e diritto di manifestare opinioni politiche, con implicazioni complesse per la gestione della mobilità urbana e il dibattito pubblico.