La scomparsa di Maurizio Rebuzzini, stimato fotografo milanese di settantacinque anni, ha scosso la comunità artistica e cittadina.
La sua vita, costellata di scatti che hanno catturato l’anima di Milano e dei suoi abitanti, si è tragicamente interrotta nella serata di ieri, in circostanze ancora nebulose.
Il ritrovamento, avvenuto in un contesto abitativo in cui Rebuzzini stava lavorando a un incarico fotografico in via Zuretti, nei pressi della Stazione Centrale, ha immediatamente destato allarme.
L’uomo, in stato di incoscienza e con evidenti segni di violenza sul corpo, è stato trasportato d’urgenza in ospedale, ma i tentativi di rianimazione si sono rivelati vani, decretandone il decesso.
L’ispezione medico-legale ha evidenziato lesioni compatibili con asfissia per strangolamento, sollevando interrogativi inquietanti sulla dinamica dei fatti e suggerendo un atto di aggressione premeditato.
La segnalazione, che ha innescato l’intervento delle forze dell’ordine, è giunta dal figlio di Rebuzzini, profondamente turbato e desideroso di comprendere l’origine di una perdita così improvvisa e traumatica.
Gli agenti della Squadra Mobile, guidati da un pool di investigatori specializzati in casi di particolare gravità, hanno immediatamente avviato un’indagine complessa e articolata, focalizzandosi sia sulla ricostruzione cronologica degli eventi che sull’identificazione di eventuali moventi e responsabili.
L’ambiente di lavoro, un appartamento in ristrutturazione, è stato accuratamente perquisito alla ricerca di tracce utili all’inchiesta, tra cui impronte digitali, oggetti smarriti o qualsiasi indizio che possa chiarire le dinamiche del dramma.
Si stanno analizzando i tabulati telefonici della vittima, i suoi contatti recenti e si stanno interrogando testimoni potenziali per ricostruire le sue ultime ore.
Maurizio Rebuzzini, figura di spicco nel panorama fotografico milanese, lascia un vuoto incolmabile.
La sua opera, caratterizzata da uno sguardo attento e sensibile nei confronti della realtà urbana e dei suoi protagonisti, ha contribuito a definire l’identità visiva della città.
La sua scomparsa, avvolta nel mistero, solleva interrogativi profondi sulla sicurezza e sulla fragilità delle persone, anche in un contesto apparentemente ordinario come quello milanese.
L’indagine, ora in pieno svolgimento, mira a restituire alla famiglia e alla comunità risposte chiare e a fare luce su un evento che ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva.