“Abissi di Coscienza: Dieci Anni di Sea Watch”Un’imponente scultura blu, evocando la forma di una fragile imbarcazione, accoglie i visitatori a “Abissi di Coscienza”, la mostra che celebra il decennale di Sea Watch, un’organizzazione che ha dedicato la sua esistenza al soccorso di vite umane nel Mediterraneo.
L’invito è quello di varcare questa soglia simbolica, per sperimentare in prima persona la compressa realtà di un viaggio transoceanico, un’esistenza sospesa tra speranza e disperazione, un’esperienza che trascende la semplice navigazione.
La mostra, ospitata presso la Fabbrica del Vapore di Milano dal 4 al 28 settembre, non si limita a ripercorrere i dieci anni di attività di Sea Watch, ma si propone come un’immersione profonda nelle complesse dinamiche dell’immigrazione, del diritto di asilo e delle responsabilità collettive.
Attraverso un percorso espositivo transmediale, che intreccia immagini, testimonianze audio, video e oggetti concreti, la mostra indaga le radici di una crisi umanitaria che si protrae nel tempo.
In mostra sono esposti manufatti autentici, recuperati dalla dismessa nave Sea Watch 3, ora custoditi nel Museo della Tecnica di Berlino: giubbotti di salvataggio di ogni taglia, inclusi quelli pensati per i neonati, lettini improvvisati per offrire un minimo di dignità a donne e bambini, e gli oggetti personali utilizzati dai membri dell’equipaggio.
Questi oggetti, silenziosi testimoni di sofferenze e di atti di coraggio, raccontano storie individuali che si condensano in un mosaico di esperienze collettive.
Pannelli informativi e fotografie documentano l’evoluzione dell’organizzazione, spiegando il processo di soccorso in mare e le sfide operative che affronta quotidianamente.
“Dieci anni fa, avremmo faticato a immaginare di trovarci ancora qui”, riflette Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch.
“La nostra permanenza testimonia l’imperante situazione di emergenza: persone ancora intrappolate nelle mani di trafficanti, vittime di un sistema che le condanna alla morte o a un’esistenza precaria.
Siamo intervenuti per colmare un vuoto istituzionale, che oggi si configura come una deliberata scelta politica”.
La curatrice della mostra, Elisa Medde, sottolinea come “Abissi di Coscienza” non sia solo un racconto del passato, ma un catalizzatore per una riflessione urgente.
“Quando parliamo di salvataggio in mare, di condizioni migratorie, di respingimenti e di politiche dell’immigrazione, di cosa stiamo veramente parlando? Questa mostra si propone di stimolare un dibattito approfondito, di riportare al centro dell’attenzione pubblica una questione che non può essere ignorata”.
La mostra si arricchisce di un ciclo di incontri con personalità di spicco che hanno dedicato la loro vita alla difesa dei diritti umani.
Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori occupati palestinesi, Carola Rackete, attivista e comandante di una nave di soccorso, e Ilaria Salis, avvocata imprigionata in Egitto, dialogheranno con il sociologo Luigi Manconi, offrendo prospettive diverse e stimolando la partecipazione del pubblico.
“Abissi di Coscienza” aspira a essere più di una semplice esposizione: un invito all’azione, un grido di speranza, un appello alla responsabilità collettiva per un futuro più giusto e umano.