Andrea Sempio, figura centrale nell’inchiesta relativa alla tragica scomparsa di Chiara Poggi a Garlasco, ha espresso sollievo e una certa perplessità in merito alla recente perizia della dottoressa Denise Albani, rilasciando dichiarazioni esclusive al programma “Quarto Grado”.
Le sue parole delineano un quadro complesso, segnato dalla pressione emotiva del lungo iter giudiziario e da una crescente diffidenza verso le interpretazioni che circondano le prove scientifiche.
Sempio ha manifestato un profondo senso di alleggerimento per l’arrivo della perizia, sottolineando come l’incertezza legata alle analisi del DNA avesse rappresentato un fardello psicologico considerevole.
Pur affermando che i risultati, in linea di massima, corroborano le sue stesse convinzioni e le valutazioni dei suoi consulenti tecnici, ha espresso preoccupazione per le interpretazioni, a suo dire, forzate e tendenziose che queste stesse analisi hanno generato nell’opinione pubblica.
Sempio percepisce una volontà di costruire una narrazione pregiudizievole, a scapito della sua persona, e lamenta una distorsione delle evidenze scientifiche.
Il racconto della sua reazione alla pubblicazione delle fotografie scattate il giorno del presunto omicidio rivela un turbamento iniziale, seguito da una interpretazione che lo vede confermare la sua versione dei fatti.
Per Sempio, quelle immagini non rappresentano altro che un’ulteriore conferma della sua innocenza, e la loro diffusione suscita in lui un senso di ingiustizia, interpretata come un tentativo di manipolazione dell’immagine pubblica.
Le sue parole rivelano una profonda sfiducia in dinamiche esterne all’indagine, suggerendo che, a fronte della progressiva perdita di elementi probatori a suo carico, si ricorra alla creazione di una figura demonizzata.
Questa strategia, a suo dire, non è guidata dagli inquirenti, ma da una forza occulta che opera nell’ombra, manipolando le percezioni e distorcendo la verità.
Si tratta, secondo Sempio, di una campagna diffamatoria volta a pregiudicarlo agli occhi dell’opinione pubblica, anche qualora dovessero emergere elementi che ne attenuerebbero la responsabilità.
In sintesi, il resoconto di Sempio si configura come un appello alla cautela nell’interpretazione delle prove, un’espressione di frustrazione per le interpretazioni distorte e una profonda preoccupazione per le dinamiche esterne che, a suo avviso, influenzano l’andamento del processo e la sua stessa immagine pubblica, alimentando un clima di sospetto e ingiustizia.
La sua dichiarazione sottolinea la complessità di un caso che trascende la mera analisi scientifica, coinvolgendo aspetti psicologici, mediatici e sociali di notevole rilevanza.




