venerdì 12 Settembre 2025
21 C
Milano

Sequestro a Livigno: indagine sui lavori per la Coppa del Mondo

L’attività di controllo dei Carabinieri Forestali, sviluppatasi tra Bormio e il Comando provinciale di Sondrio, ha portato al sequestro preventivo del cantiere in corso nella ski-area del Carosello 3000, a Livigno.
La località, chiamata a subentrare a Bormio come sede della tappa di Coppa del Mondo di sci alpino di fine anno – evento normalmente appannaggio della vicina valle – si ritrova improvvisamente al centro di un’indagine giudiziaria che solleva interrogativi significativi sulla legittimità delle opere in corso.
La trasposizione della gara, dovuta agli interventi strutturali necessari a Bormio, sede delle future Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, amplifica l’importanza dell’evento e, di conseguenza, l’attenzione posta sulla sua corretta preparazione.

L’inchiesta, condotta dalla Procura della Repubblica di Sondrio sotto la direzione di Piero Basilone e coordinata dal sostituto Daniele Carli Ballola, trae origine da un dettagliato esposto e si propone di verificare l’esistenza di tutte le autorizzazioni amministrative e i pareri tecnici necessari per la realizzazione della pista.

L’interruzione dei lavori, disposta in attesa degli accertamenti tecnici e legali, evidenzia la gravità delle presunte irregolarità e la necessità di un’analisi approfondita.
La sospensione, seppur temporanea, rischia di impattare sulla cronoprogramma dei lavori e solleva dubbi sulla capacità di rispettare le scadenze in vista dell’appuntamento internazionale.
Livigno Next, l’ente incaricato della promozione turistica del territorio, ha rilasciato una dichiarazione volta a minimizzare l’impatto dell’indagine, sottolineando la conformità della pista come certificata dall’International Ski Federation (FIS).

Tale approvazione, secondo l’organizzazione, garantisce la regolarità dell’evento e la possibilità di procedere con fiducia verso la gara di dicembre.
Il presidente di Livigno Next, Luca Moretti, pur esprimendo ottimismo, riconosce l’importanza cruciale della situazione e l’urgenza di una risoluzione rapida e positiva, auspicando che le verifiche si concludano nei tempi previsti per assicurare lo svolgimento della competizione senza ulteriori intoppi.
L’accaduto pone l’attenzione su temi cruciali come la pianificazione territoriale, la trasparenza delle procedure amministrative e il ruolo degli enti locali nella gestione di infrastrutture sportive di rilevanza internazionale.

Il caso solleva interrogativi non solo sulla legittimità dei lavori in corso, ma anche sulla necessità di rafforzare i controlli e di garantire il rispetto delle normative ambientali e paesaggistiche nella realizzazione di opere che impattano sensibilmente sull’ambiente montano, ecosistema fragile e di inestimabile valore.
L’inchiesta, dunque, si configura come un momento di riflessione per l’intera comunità montana, invitata a interrogarsi sulle responsabilità e sulle strategie da adottare per assicurare uno sviluppo sostenibile e rispettoso del territorio.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -