La vicenda giudiziaria che coinvolge la ministra del Governo Meloni, Daniela Santanchè, e altri quattro soggetti, tra cui il compagno Dimitri Kunz e due società facenti capo al gruppo Visibilia, si è trovata in una fase di sospensione temporanea nel corso dell’udienza preliminare in corso a Milano.
La decisione, assunta dalla giudice unica preliminare (GUP) Tiziana Gueli, ha sostanzialmente interrotto il procedimento, almeno fino al 20 febbraio, in attesa di un parere decisivo della Corte Costituzionale.
Al centro della questione si pone un complesso conflitto di attribuzione di poteri, sollevato dal Senato della Repubblica e che mette in discussione la validità e l’ammissibilità di alcuni documenti cruciali per l’accusa.
Questi atti, ritenuti imprescindibili per la ricostruzione del quadro accusatorio relativo alla presunta truffa aggravata all’INPS, sono stati oggetto di contestazione da parte della difesa della senatrice di Fratelli d’Italia, rappresentata dagli avvocati Salvatore Pino e Nicolò Pelanda.
La richiesta di sollevare la questione di costituzionalità è stata formalmente avanzata dalla difesa, che ha contestato la legittimità dell’acquisizione e dell’utilizzo di tali documenti nel processo.
I Pubblici Ministeri, d’altro canto, si sono opposti alla richiesta, ribadendo la necessità di procedere con l’esame di tutte le prove a disposizione.
La decisione della GUP Gueli, che ha sospeso il procedimento, riflette la delicatezza e la complessità del conflitto tra i poteri dello Stato.
Il Senato, attraverso la sua richiesta, ha messo in discussione la legittimità della Procura di Milano nell’acquisire e utilizzare determinati atti, sollevando interrogativi fondamentali sulla separazione dei poteri e sui limiti dell’azione giudiziaria.
L’attesa del parere della Corte Costituzionale, che potrebbe protrarsi per un periodo variabile tra gli otto mesi e un anno, rappresenta un momento cruciale per l’evoluzione del caso.
La pronuncia della Consulta stabilirà se i documenti in questione siano ammissibili o meno, determinando così la possibilità o meno di proseguire con il processo.
Il caso, oltre alle implicazioni giudiziarie immediate, solleva anche importanti questioni di principio relative alla trasparenza, alla responsabilità e al controllo dell’azione amministrativa e della gestione dei fondi pubblici.
L’esito del conflitto di attribuzione potrebbe avere ripercussioni significative sui procedimenti giudiziari che coinvolgono esponenti politici e sulla delicatezza dei rapporti tra i diversi organi dello Stato.








