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Squali: Acquaforma sfida le paure e promuove la conoscenza

Nell’anno in cui ricorrono i cinquant’anni da “Lo Squalo”, un’opera cinematografica che ha contribuito a plasmare un’immagine distorta e amplificata della relazione tra uomo e mare, l’associazione sportiva Acquaforma, con sede a Calasetta (Sulcis Iglesiente, Sardegna), ha promosso un’iniziativa significativa nel Mar Rosso, a Sharm El Sheikh.
Questo evento, un’immersione collettiva nelle acque di un ecosistema fragile, si propone di disinnescare le paure irrazionali e le percezioni errate che ancora oggi alimentano una profonda diffidenza nei confronti degli squali.

L’iniziativa si inserisce in un contesto globale che registra una tendenza al ribasso negli attacchi di squali, sebbene la loro risonanza mediatica sia spesso sproporzionata rispetto alla reale portata del fenomeno.

I dati forniti dall’International Shark Attack File evidenziano come, nonostante i tragici eventi che hanno colpito le coste egiziane, gli attacchi non provocati dall’uomo siano in diminuzione.

Nel 2024 si sono verificati 47 episodi, significativamente inferiori alla media decennale di 70.
Giovanni Giacobbe, fondatore di Acquaforma, sottolinea come la narrazione popolare, spesso influenzata da rappresentazioni cinematografiche sensazionalistiche, non rifletta la complessità del rapporto tra uomo e questi predatori marini.

Giacobbe evidenzia un dato cruciale: gli squali occupano una posizione relativamente bassa nella classifica degli animali più pericolosi per l’uomo.
La palma del primato spetta agli insetti, in particolare alle zanzare, responsabili di milioni di decessi annuali a causa della malaria.
Seguono serpenti, cani, coccodrilli e ippopotami, tutti animali che, complessivamente, causano un numero di vittime ben superiore a quello degli squali.

L’associazione mira a promuovere una visione più equilibrata e informata, riconoscendo che la paura è un’emozione umana comprensibile, ma che deve essere temperata dalla conoscenza scientifica e dalla consapevolezza del contesto ecologico.
Le aggressioni, pur drammatiche, sono episodi rari in un ambiente marino che sta subendo profonde trasformazioni, con ripercussioni sulla fauna e sugli ecosistemi.

L’iniziativa di Acquaforma non vuole sminuire la gravità degli eventi tragici, ma piuttosto invitare a una riflessione più ampia.

È fondamentale considerare il pericolo reale che si annida nelle acque marine: l’annegamento, spesso legato a malori improvvisi, causa annualmente un numero di decessi che supera di gran lunga le aggressioni mortali da parte degli squali.
La vera sfida è promuovere la sicurezza in mare, attraverso l’educazione, la prevenzione e la gestione sostenibile delle risorse marine, piuttosto che alimentare paure infondate.

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