Nel processo che vede coinvolti Alessandro Forlenza e la madre, Consiglia Caruso, per le condizioni degradanti e inaccettabili riscontrate nel Centro di Permanenza Temporanea (CPT) di via Corelli a Milano, si è verificata una svolta procedurale. Forlenza ha presentato una richiesta di patteggiamento a due anni e tre mesi di reclusione, proposta che il Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) aveva precedentemente rigettato in una forma precedente, di un anno e otto mesi.La decisione finale, che determinerà l’accettazione o meno del patteggiamento proposto, è stata rimandata alla prossima udienza, prevista per il mese di novembre. La giudice della decima sezione penale del Tribunale di Milano si è riservata, quindi, di valutare attentamente tutti gli elementi a disposizione, in un contesto processuale complesso e carico di implicazioni.Parallelamente, il pubblico ministero Paolo Storari ha formulato una richiesta di acquisizione degli atti relativi alle indagini che riguardano un’altra persona coinvolta nel procedimento. L’obiettivo di questa richiesta è accelerare il percorso del processo, snellendo le attività istruttorie e riducendo i tempi di gestione del caso. Tale istanza ha suscitato l’opposizione delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Eugenio Losco ed Enrico Belloli, i quali temono un’alterazione sostanziale del quadro probatorio e una potenziale compromissione della difesa dei loro assistiti.La Martinina Srl, società responsabile della gestione del CPT e per la quale madre e figlio ricoprono ruoli di amministrazione sia di fatto che di diritto, ha anch’essa presentato una proposta di patteggiamento, consistente nel pagamento di una sanzione pecuniaria di trenta mila euro. Questa richiesta si inserisce all’interno del più ampio procedimento derivante dall’inchiesta che accusa le persone coinvolte di frode nella fornitura di servizi pubblici e turbativa d’asta, reati che hanno scosso l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulla corretta gestione dei centri di accoglienza per migranti.Il Tribunale ha rinviato l’udienza al 14 novembre, sottolineando la delicatezza del caso e la necessità di un’analisi approfondita di tutte le richieste presentate, in un contesto segnato da forti tensioni emotive e da una crescente richiesta di giustizia da parte della collettività. Il processo, oltre a rappresentare un importante punto di riferimento legale, si configura come un momento cruciale per la riflessione sul rispetto dei diritti umani e sulla responsabilità delle istituzioni nella gestione dei flussi migratori.
Svolta nel processo CPT: Patteggiamento e nuove indagini
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