giovedì 14 Agosto 2025
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Svolta nell’inchiesta urbanistica: il Riesame cambia le misure

Il Tribunale del Riesame di Milano ha tracciato una svolta significativa nell’inchiesta urbanistica che aveva visto coinvolti, con misure cautelari restrittive, l’ex assessore comunale Giancarlo Tancredi, l’ex membro della commissione paesaggistica Giuseppe Marinoni e il dirigente Federico Pella.

La decisione, che ha disposto un interdittiva biennale al posto dell’arresti domiciliari, riflette una rilettura degli elementi probatori e una valutazione più sfumata del quadro complessivo.
L’ordinanza del Riesame non implica un’assoluzione, bensì una revisione della gravità contestuale e del pericolo di inquinamento probatorio derivante dalla detenzione domiciliare.

I giudici hanno espresso riserve sulla proporzionalità delle misure originarie, sottolineando la necessità di bilanciare l’esigenza di tutela della pubblica incolumità con il diritto alla libertà personale.

L’interdittiva, che preclude ai soggetti coinvolti l’esercizio di determinate cariche pubbliche o l’attività professionale specifica connessa ai reati contestati, si configura come una misura alternativa che permette di mitigare potenziali rischi senza ledere eccessivamente i diritti degli imputati.

L’indagine, avviata a luglio, ha portato alla luce presunte irregolarità nell’iter di approvazione di progetti urbanistici, sollevando interrogativi sulla correttezza delle procedure e sulla possibile collusione tra funzionari pubblici e interessi privati.
Le accuse, formulate a carico degli indagati, includono presunta concussione, corruzione e abuso d’ufficio, reati che, se provati, comportano sanzioni severe.
La decisione del Riesame apre ora uno spiraglio per gli indagati, permettendo loro di difendersi in libertà e di collaborare con le autorità nell’ambito delle indagini in corso.
Tuttavia, la vicenda rimane aperta e il processo penale proseguirà per accertare le responsabilità individuali e ricostruire la dinamica degli eventi.

L’ordinanza del Riesame, lungi dal chiudere la questione, ne segna una fase di transizione, invitando a una riflessione più ampia sulla necessità di rafforzare i controlli e di garantire la trasparenza nelle decisioni che riguardano lo sviluppo urbanistico del territorio, prevenendo così fenomeni di illegalità e corruzione che minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Il caso, per la sua rilevanza e le implicazioni che comporta, solleva interrogativi cruciali sulla governance del territorio e sulla necessità di un sistema di accountability più efficace per i decisori pubblici.

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