L’annullamento del decreto di perquisizione e sequestro emesso a carico dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, e del pm Pietro Paolo Mazza, rappresenta una svolta significativa nell’inchiesta bresciana denominata “sistema Pavia”, un caso intricato che affonda le sue radici anche nel doloroso episodio di Garlasco.
Il Tribunale del Riesame di Brescia, nel suo elaborato motivazionale, ha scardinato le fondamenta dell’indagine, evidenziando l’assenza di prove concrete che supportino l’ipotesi di un utilizzo improprio delle autovetture noleggiate dalla Procura.
L’accusa, che ipotizzava reati di corruzione e peculato, si è rivelata fragile sotto l’esame dei giudici, i quali hanno ritenuto insufficiente e contraddittorio il quadro indiziario presentato dalla Procura bresciana.
Non sono stati individuati elementi investigativi che dimostrino che i veicoli, concessi per scopi istituzionali, siano stati destinati a fini personali da parte dei due magistrati.
Questa assenza di prova sostanziale ha portato il Tribunale a giudicare il provvedimento restrittivo come lesivo dei diritti degli imputati, sollevando interrogativi sulla conduzione dell’indagine e sulla validità delle prove raccolte.
L’inchiesta “sistema Pavia” aveva puntato il dito su presunte dinamiche di favoritismi e irregolarità all’interno dell’ufficio del pubblico ministero pavese, collegandole al caso di Garlasco, un evento tragico che ha segnato profondamente l’opinione pubblica.
L’annullamento del decreto di perquisizione e sequestro, pertanto, non solo mette in discussione la validità delle accuse mosse a Venditti e Mazza, ma riapre un dibattito più ampio sulla gestione delle risorse pubbliche e sull’integrità del sistema giudiziario, richiamando l’attenzione sulla necessità di una rigorosa verifica dei procedimenti investigativi e sulla tutela dei principi fondamentali del giusto processo.
La vicenda evidenzia, inoltre, la complessità di gestire inchieste di questa portata, dove la delicatezza dei temi affrontati e la sensibilità dell’opinione pubblica richiedono un’attenzione scrupolosa e una solida base probatoria per evitare decisioni affrettate e potenzialmente lesive dei diritti coinvolti.








