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Tancredi verso le dimissioni: l’assessore al passo indietro?

L’imminente audizione davanti al giudice per le indagini preliminari (GIP) Mattia Fiorentini, fissata per il 23 luglio, impone un’urgente riconciliazione strategica per l’assessore Giancarlo Tancredi.
L’incontro, programmato per domani sera con il suo legale, si configura non solo come momento di preparazione alla difesa contro le accuse di concorso in corruzione, falsità ideologica e induzione indebita, ma anche come cruciale tappa per una decisione politica di portata significativa.

Il clima che avvolge la vicenda suggerisce un avvicinamento ineludibile al passo indietro.

Fonti vicine all’assessore riferiscono di una comunicazione già proferita al sindaco Sala, in cui Tancredi manifestava la propria disponibilità a porre fine al proprio incarico.
Questa scelta, motivata dalla necessità di tutelare l’immagine dell’amministrazione e di agevolare le indagini, sembra ormai l’esito più probabile.
La formalizzazione della decisione è prevista per lunedì, durante l’intervento del sindaco Sala in Consiglio comunale, momento in cui si intende presentare al consiglio e all’opinione pubblica la nuova situazione.
L’incontro di domani, inizialmente slittato, mira a cristallizzare una strategia difensiva solida e coerente, in vista dell’interrogatorio davanti al GIP.
Le accuse mosse dalla Procura di Milano, che coinvolgono presunte irregolarità e conflitti di interesse nella gestione di pratiche urbanistiche, rappresentano un peso considerevole per l’assessore, il quale, in considerazione della gravità delle imputazioni, rischia la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Oltre a Tancredi, altri cinque individui sono coinvolti nell’inchiesta: l’imprenditore immobiliare Manfredi Catella, per il quale è stata richiesta la custodia cautelare domiciliare, e i cinque ex membri della Commissione paesaggio – Giuseppe Marinoni, Alessandro Scandurra, l’imprenditore Andrea Bezziccheri e il manager di J+S Federico Pella – nei confronti dei quali la Procura ha richiesto l’applicazione della detenzione in carcere.

Si valuta la possibilità che anche questi indagati scelgano di avvalersi della facoltà di rilasciare dichiarazioni e confutare le accuse già a partire dagli interrogatori preventivi previsti per mercoledì.
L’intera vicenda solleva interrogativi profondi sulla governance del territorio, sulla trasparenza delle procedure amministrative e sulla confluenza di interessi privati e pubblici.
La vicenda non è solo un caso giudiziario, ma un campanello d’allarme che impone una riflessione urgente sulla necessità di rafforzare i controlli, promuovere una cultura della legalità e garantire la massima trasparenza nell’esercizio delle funzioni pubbliche.
La vicenda si prospetta come una fase delicata per l’amministrazione comunale, che dovrà dimostrare di saper affrontare la situazione con responsabilità e determinazione, preservando al contempo la fiducia dei cittadini.

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