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domenica 9 Novembre 2025

Teso Che faccio?: L’ultimo grido di Pamela Genini

Il messaggio, frammentato e angosciante, “Teso Che faccio?”, emerge come un grido disperato nell’oscurità, un’eco finale di una vita spezzata.
È l’ultima comunicazione di Pamela Genini, una giovane donna di 29 anni, prima di essere brutalmente assassinata con ventiquattro coltellate nella serata del 14 ottobre.
Quel breve testo, inviato alle 21.52, si inserisce in una sequenza di messaggi che rivelano una crescente paura, un’angoscia palpabile che si intensifica nei minuti precedenti la tragedia.

Il contesto è cruciale per comprendere la gravità della situazione.

Pamela, in preda al terrore, si rivolge a un amico tramite chat, confidandogli, con messaggi sempre più concitati, la minaccia imminente.
Alle 21.45, la sua paura è esplicita: “Ho paura – t rendi conto cosa ha fatto?”.

La frase, abbreviata e carica di emotività, suggerisce una situazione pregressa, un’azione compiuta dall’aggressore che ha scatenato l’allarme.
La sua condizione psicologica è chiaramente compromessa, l’incapacità di formulare frasi complete testimonia lo stato di panico in cui versa.
La progressione verso il messaggio finale è inesorabile.
Alle 21.46, la sua lucidità vacilla: “Questo è matto completamente nnnso che fare”.
La ripetizione, la sintassi incerta, l’uso di abbreviazioni indicano una perdita di controllo, una sensazione di smarrimento assoluto.
Il “nnnso che fare” è più di una semplice domanda; è un’ammissione di impotenza di fronte a una minaccia percepita come inafferrabile e devastante.
L’utilizzo di ripetizioni e abbreviazioni è tipico della comunicazione digitale in situazioni di forte stress, dove la velocità e la necessità di esprimere un’emozione prevalgono sulla correttezza grammaticale.
La risposta dell’amico, immediata e rassicurante, offre un barlume di speranza, seppur tardivo.

La chiamata alla polizia e l’annuncio del suo arrivo suggeriscono un tentativo di proteggerla, di intervenire prima che sia troppo tardi.
Tuttavia, l’irruzione di Gianluca Soncin, ex fidanzato e amico, con una copia illegale delle chiavi, rende vani questi sforzi.

L’episodio solleva interrogativi profondi sulla natura della violenza domestica, sulla fragilità delle relazioni e sulla complessità della gestione della paura.
La copia delle chiavi, elemento apparentemente secondario, assume un significato simbolico: un’invasione, una violazione della privacy e della sicurezza che prelude alla tragedia.
L’atto, premeditato e subdolo, rivela un controllo ossessivo e una volontà di manipolazione da parte dell’aggressore.

Il messaggio “Teso Che faccio?” non è solo un lamento di paura, ma un’accusa silenziosa, una richiesta di aiuto disperata che giunge troppo tardi.

È un monito per la società, un invito a prestare maggiore attenzione ai segnali di pericolo, a proteggere le vittime di violenza e a garantire che nessuna altra donna debba morire in queste condizioni terribili.

La tragedia di Pamela Genini incide profondamente, lasciando una cicatrice indelebile nel tessuto sociale e spingendo a una riflessione urgente e necessaria.

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