La richiesta di amministrazione giudiziaria avanzata dalla Procura di Milano nei confronti di Tod’s Spa, con l’ombra dell’agevolazione del caporalato che si allunga sulla sua filiera, ha scatenato una veemente reazione da parte di Diego Della Valle.
La risposta, espressa durante una conferenza stampa, trascende la mera difesa aziendale, configurandosi come un appello alla salvaguardia dell’intera identità del Made in Italy.
Della Valle, con toni marcati, ha denunciato una profonda mancanza di rispetto nei confronti della reputazione costruita nel tempo dal gruppo, presentandosi come un’organizzazione animata da principi etici solidi e rigorosi, in netto contrasto con le accuse mosse.
L’invito rivolto al pubblico ministero Paolo Storari, quello stesso che ha formulato le accuse, di effettuare un sopralluogo diretto presso le sedi aziendali, non si limita a un’apertura alla verifica, ma assume il valore simbolico di un’esplicita fiducia nella propria integrità e nella possibilità di smontare le presunte irregolarità con prove concrete.
L’episodio solleva questioni complesse che vanno ben oltre la singola vicenda giudiziaria.
L’accusa di agevolazione del caporalato, se confermata, rappresenta una grave violazione dei principi fondamentali del diritto del lavoro e una macchia indelebile sull’immagine di un’azienda che si pone come ambasciatrice del lusso e dell’eccellenza italiana nel mondo.
Tuttavia, la reazione di Della Valle evidenzia una preoccupazione più ampia: quella di una progressiva erosione del valore e della credibilità del Made in Italy, un patrimonio immateriale cruciale per l’economia e l’identità nazionale.
La leggerezza con cui, a suo dire, si mette in discussione questo patrimonio, causando danni ingenti, sottolinea la necessità di un intervento legislativo tempestivo e incisivo.
Non si tratta solo di contrastare il caporalato, un fenomeno criminoso che sfrutta la vulnerabilità dei lavoratori migranti, ma di rafforzare l’intero sistema di controlli e certificazioni che garantiscono la qualità, l’etica e la tracciabilità dei prodotti italiani.
La vicenda Tod’s, pertanto, si configura come un campanello d’allarme, un monito a proteggere il Made in Italy non solo dalle aggressioni esterne, ma anche dalle debolezze interne, promuovendo una cultura della legalità, della responsabilità sociale e della trasparenza che sia espressione dei valori autentici del nostro Paese.
Il rispetto per il lavoro, la dignità dei lavoratori e la salvaguardia del patrimonio culturale e produttivo nazionale devono costituire i pilastri di una strategia di sviluppo sostenibile e inclusiva.