La comunità di Martinengo, nel cuore della Bassa Bergamasca, è stata scossa da un tragico evento questa mattina.
Intorno alle dieci e quaranta-cinque, una donna di settantadue anni ha perso la vita in un incidente stradale che ha coinvolto un autocarro, in un punto cruciale della viabilità locale, dove la statale Soncinese, arteria principale che solca l’abitato, interseca via Pinetti.
La dinamica precisa dell’accaduto è al momento oggetto di accertamenti da parte della polizia locale, che sta conducendo i rilievi per ricostruire l’esatta sequenza degli eventi che hanno portato alla tragica conclusione.
Le prime indicazioni suggeriscono un impatto violento, che ha lasciato la donna priva di sensi e con lesioni incompatibili con la sopravvivenza.
L’intervento dei soccorsi è stato immediato e massiccio.
L’équipe del 118, composta da un’ambulanza, un’automedica e un elisoccorso, si è prontamente mobilitata per tentare un salvataggio, affiancata dai vigili del fuoco, impegnati a garantire la sicurezza del luogo e a facilitare le operazioni di soccorso.
La gravità delle condizioni della vittima ha reso vano ogni sforzo, siglando una perdita dolorosa per la collettività.
La notizia ha rapidamente si è diffusa, generando un velo di tristezza e sgomento tra i residenti.
Il sindaco di Martinengo, Pasquale Busetti, si è recato sul posto per esprimere il suo cordoglio e per offrire sostegno alla famiglia della donna, testimoniando il profondo coinvolgimento della comunità.
L’autista del camion, visibilmente provato dall’accaduto, è stato trasportato in stato di shock all’ospedale di Romano, dove potrà ricevere assistenza psicologica e medica per elaborare il trauma subito.
La sua posizione è al momento protetta e non è stata definita alcuna responsabilità in attesa del completamento delle indagini.
Questo episodio riapre il dibattito sulla sicurezza stradale, evidenziando la necessità di analizzare attentamente le criticità delle infrastrutture e di promuovere comportamenti responsabili da parte di tutti gli utenti della strada, con particolare attenzione alla tutela delle fasce più vulnerabili, come i ciclisti, soprattutto in contesti urbani caratterizzati da un intenso flusso di traffico.
L’impatto emotivo di questa perdita si riverbera nella comunità, sollecitando una riflessione più ampia sulla fragilità umana e sulla priorità della sicurezza condivisa.