venerdì 3 Ottobre 2025
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Trapper Daytona KK condannato: tre anni e multa per droga.

Il mondo della musica, con le sue dinamiche complesse e spesso contraddittorie, è stato recentemente scosso da una vicenda giudiziaria che coinvolge Michele Corvino, noto nel panorama musicale come Daytona KK.

Il trapper, che vanta due album pubblicati e un seguito considerevole sulle piattaforme di streaming, si è trovato ad affrontare un processo per direttissima, culminato in una condanna a tre anni di reclusione e una sanzione pecuniaria di 6.000 euro.

L’arresto, eseguito dalla Squadra Mobile della Polizia milanese su ordine della Procura, è stato preceduto da un’operazione investigativa che ha portato al sequestro di quasi 6 chilogrammi di sostanze stupefacenti.
La quantità, suddivisa in hashish, marijuana e la più recente forma concentrata “Wax”, una resina derivata dalla cannabis, ha innescato un’inchiesta che ha portato alla perquisizione sia dell’autovettura di Corvino che del suo domicilio.
Il giudice Lorenzo Barracco, presiedendo il processo con rito abbreviato, ha riconosciuto la responsabilità del giovane, pur disponendo per la sua immediata scarcerazione con l’applicazione degli arresti domiciliari come misura cautelare.

La sentenza si è concentrata principalmente sulla detenzione ai fini di spaccio di 2,8 chilogrammi di marijuana, oltre 3 chilogrammi di hashish e 212 grammi di Wax, configurando un reato di significativa gravità.

In merito alla presenza di 8 grammi di cocaina, il giudice ha optato per l’assoluzione, motivando la decisione con la mancanza di elementi che supportassero la configurazione del reato di detenzione ai fini di spaccio.
Questa scelta processuale sottolinea la complessità dell’interpretazione delle norme in materia di sostanze stupefacenti, dove la semplice detenzione, in determinate circostanze, potrebbe non configurare un reato.

La pena inflitta è stata ridotta di un terzo grazie all’adozione del rito abbreviato, una scelta strategica che spesso porta a una diminuzione della sanzione.
La motivazione dettagliata della sentenza sarà resa pubblica entro trenta giorni, offrendo un’analisi più approfondita delle ragioni che hanno portato alla decisione.
Michele Corvino, figura riconoscibile anche per i tatuaggi che caratterizzano il suo volto, due “K” che richiamano il suo nome d’arte, si trova ora a confrontarsi con le conseguenze legali delle sue azioni.
La vicenda solleva interrogativi sulle dinamiche del mondo musicale contemporaneo, dove la fama e la popolarità non garantiscono l’immunità dalle leggi e dove le scelte individuali possono avere un impatto significativo sulla propria esistenza.

Sia la difesa che l’accusa hanno la possibilità di presentare appello contro la sentenza, aprendo la strada a un possibile ulteriore grado di giudizio.
La vicenda si configura come un monito sulle responsabilità individuali e sulle implicazioni legali che derivano dalla gestione di sostanze illecite, anche nel contesto di un ambiente apparentemente lontano dai valori di legalità.

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