Un’operazione congiunta della Guardia di Finanza, culminata con un’indagine complessa e di vasta portata, ha fatto luce su un sofisticato schema fraudolento che ha tentato di sottrarre alle casse dello Stato circa 200 milioni di euro attraverso l’illecita manipolazione dei crediti d’imposta.
L’attività investigativa, nata dall’analisi puntuale di anomalie rilevate nelle dichiarazioni dei redditi presentate da diverse società, ha portato all’identificazione di diciotto persone fisiche indagate e alla mappatura di ben quarantadue società cartiere, sparse in un ventaglio geografico che abbraccia il territorio nazionale.
L’architettura di questo sistema fraudolento si fondava sulla creazione di crediti d’imposta fittizi, frutto di operazioni prive di qualsiasi sostanza economica e giuridica.
Le società coinvolte, apparentemente strutturate su carta, ma in realtà prive di attività operativa, personale e infrastrutture reali, generavano crediti d’imposta di dimensioni colossali, in alcuni casi superando il centinaio di milioni di euro in un singolo anno.
La loro esistenza era puramente virtuale, concepite unicamente per alimentare il meccanismo di frode.
L’operazione, partita dalla provincia di Varese, precisamente da Gallarate, si è rapidamente estesa a diverse regioni, coinvolgendo province come Modena, Savona, Caserta, Treviso, Brescia, Milano, Napoli, Torino, Pescara e Roma.
Questa capillare presenza testimonia la sofisticatezza e l’organizzazione del sistema criminoso, che mirava a sfruttare le complesse procedure di cessione dei crediti d’imposta per ricavare ingenti profitti illeciti.
La tempestività dell’intervento della Guardia di Finanza è stata cruciale.
Prima che i crediti fittizi potessero essere incassati e trasformati in denaro contante, le autorità hanno provveduto a renderli inutilizzabili, sventando così l’esito finale della frode.
Questo intervento preventivo ha salvaguardato il patrimonio pubblico da una perdita significativa.
La Procura della Repubblica di Busto Arsizio, guidando le indagini, ha ottenuto dal Tribunale un provvedimento di sequestro dei crediti d’imposta illegittimamente generati.
Tale misura, oltre a bloccare i fondi illeciti, rappresenta un segnale forte nella lotta contro l’evasione fiscale e la criminalità finanziaria, sottolineando l’impegno delle autorità a tutelare l’equità del sistema tributario e a perseguire con fermezza coloro che cercano di eluderlo.
Le indagini proseguono per ricostruire completamente le dinamiche del sistema e individuare tutti i complici coinvolti, con l’obiettivo di quantificare l’intero danno patrimoniale e garantire che i responsabili siano chiamati a rispondere delle proprie azioni.