L’immagine di speranza, incisa a colori su una parete milanese, è stata brutalmente ferita: il murale “Papa Francesco – The Hope”, opera dell’artista aleXsandro Palombo e situato all’ingresso della Caritas Ambrosiana, è stato vandalizzato.
L’atto, avvenuto a pochi mesi dall’inaugurazione, immediatamente successiva alla scomparsa di Papa Bergoglio, si configura come un gesto di profondo rispetto verso un’opera che ambiva a rappresentare un messaggio universale di solidarietà e memoria.
L’immagine, potente e toccante, affiancava il volto sorridente di Papa Francesco a quello del piccolo Alan Kurdi, il simbolo straziante della crisi migratoria e del dramma umano che ne consegue.
La mano del pontefice, immortalata nel gesto di accoglienza e misericordia, è stata deliberatamente danneggiata, un’offesa non solo all’opera d’arte ma a quei valori di umanità e accoglienza che il Papa ha costantemente incarnato e promosso.
Questo atto vandalico si inserisce in un contesto più ampio di aggressioni a opere dedicate alla difesa dei diritti umani e alla memoria delle vittime di tragedie.
Negli ultimi tempi, diverse creazioni di aleXsandro Palombo sono state prese di mira, tra cui il murale commemorativo di Shiri Bibas e dei suoi figli, Ariel e Kfir, strappati alle loro vite durante il conflitto del 7 ottobre, e l’opera dedicata al Cardinale Pizzaballa, dipinta sulla facciata della Curia arcivescovile.
L’episodio solleva interrogativi inquietanti sulla crescente intolleranza e sulla volontà di offuscare i messaggi di speranza e compassione.
La Caritas Ambrosiana ha prontamente espresso la propria condanna e ha invitato l’artista a procedere al ripristino dell’opera, un gesto che rappresenta un atto di resistenza e la volontà di non cedere alla violenza e alla distruzione.
Il ripristino del murale non sarà solo un atto di restauro artistico, ma un forte segnale di riaffermazione dei valori di accoglienza, solidarietà e rispetto per la dignità umana, valori che Papa Francesco ha sempre posto al centro del suo pontificato e che la comunità milanese si impegna a proteggere e promuovere.
L’atto vandalico, paradossalmente, amplifica il messaggio che l’opera intendeva trasmettere, evidenziando l’urgenza di un mondo più giusto e inclusivo.








